Le barriere coralline di tutto il mondo hanno sofferto gravemente del degrado dovuto ai cambiamenti climatici e altri fattori di stress antropici locali mettendo a rischio i mezzi di sussistenza di milioni di persone comprese le comunità costiere all’interno dell’Africa orientale e delle isole dell’Oceano Indiano occidentale. Le Seychelles hanno subito un diffuso degrado attraverso eventi di riscaldamento e sbiancamento degli oceani. Una perdita media del 90% della copertura di corallo vivo nel 1998 e un’ulteriore perdita del 50% nel 2016. La Marine Conservation Society Seychelles si impegna dal 1997, tra i vari progetti, a studiare le barriere coralline e trovare un modo efficace per restaurarle.
Salvaguardare questo tesoro subacqueo
I coralli sono fotosintetici quindi prendono il 98% della loro energia dal sole. Alla barriera corallina sono legate molte altre specie viventi che prendono nutrimento e si riproducono qui. Rigenerare la barriera corallina è utile a garantire una popolazione ittica più abbondante e sostenibile per le prossime generazioni. La sua esistenza, infatti, è vitale per quasi 500 milioni di persone che si affidano a lei per cibo, reddito e protezione costiera. Quando i coralli sono sotto stress, le zooxantelle alghe fondamentali che vivono in simbiosi con i coralli vengono espulse. I coralli possono riprendersi da questo fenomeno ma c’è un limite al recupero.
Il “giardinaggio” dei coralli
Con la crescente gravità e frequenza degli eventi di sbiancamento, molti ambientalisti praticano il restauro attivo come forma di intervento pratico. Investimenti del settore privato hanno permesso più iniziative a difesa del corallo, iniziative di conservazione da intraprendere direttamente sul posto. Conservazione attiva e restauro sono le due attività che mirano ad aiutare la sopravvivenza del corallo.
Per proteggere i coralli si effettua, quindi, il “giardinaggio” dei coralli, una tecnica che prevede la raccolta di piccoli frammenti da più grandi colonie di coralli sani. La frammentazione stimola una rapida guarigione e la crescita per sostituire i ployps perduti. I frammenti di corallo vengono quindi appesi all’albero di corallo e collocati in parti ideali dell’oceano, dove è possibile che raggiungano il massimo della crescita.
Per esempio vengono prelevate e spostate colonie di corallo sane da ‘Il Du Por’t sul lato est di Mahé, un’area soggetta a molteplici fattori di stress e spostate in aree più idonee al loro sviluppo. Grazie a questa operazione la colonia avrà sicuramente maggiore possibilità di crescita e sopravvivenza.
Attraverso un monitoraggio mensile si controllano dimensione, morte, malattia e sbiancamento.
I risultati raggiunti grazie al progetto sono stati importanti: 11 vivai riforniti, 6 nuove colonie, 240 frammenti monitorati individualmente, 38 diversi genotipi, 3 diverse specie di Acropora 838 cm2.
La ripopolazione ha dato nuova vita a queste zone di mare dove finalmente è ricominciata la produzione di larve, la creazione di nursery e si sono rivitalizzate le stazioni di foraggio per le specie migratorie.
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