Nel corso degli ultimi anni si stanno moltiplicando le osservazioni di Leopardo dell’Amur (Panthera pardus orientalis) negli habitat himalayani della Cina, negli stessi areali dove il Leopardo delle nevi (Panthera uncia) trova una delle sue roccaforti, in un profilo altimetrico compreso tra i 3.500 e i 5.500 metri.
Mentre gli scienziati cercano di comprendere se questi fenomeni di sovrapposizione di areali sono legati ai nuovi e drammatici cambiamenti climatici, la mente corre a un fatto che ha per protagonista un leopardo (Panthera pardus)… congelato.
Fu il celebre romanziere Ernest Hemingway a regalarci questa storia, aprendo il suo racconto Le nevi del Kilimangiaro, scritto negli anni ’30 del secolo scorso. «Vicino alla vetta occidentale c’è la carcassa essiccata e congelata di un leopardo. Nessuno ha spiegato cosa stesse cercando il leopardo a quell’altitudine».
Chi conosce Hemingway sa che la sua narrazione fiction è in realtà ricca di episodi biografici o realmente accaduti e, a sorpresa, anche il leopardo del Kilimangiaro ha un fondo di verità.
Infatti, le cronache dell’epoca riportano che nel 1926 un pastore luterano di nome Richard Reusch, il quale aveva scalato più volte il Kilimangiaro, scoprì un leopardo “mummificato” a circa 5300 metri, lungo un bordo del cratere più alto del vulcano, Kibo.
Fu scattata anche una foto, che forse aveva visto anche Hemingway e che mostra il ritrovamento di questa carcassa adagiata sulla neve da chissà quanto tempo.
A poche decine di metri dai resti del leopardo, fu trovata, congelata anch’essa, una capra e si ipotizza che il felino, abituato ai climi ben diversi delle pianure, nell’inseguire la potenziale preda si sia disperso.
Oggi quel leopardo non c’è più, i suoi resti mummificati sparirono negli anni successivi, ma quel luogo è chiamato ancora oggi Leopard Point.
I resti trovati in Kenia
Quel ritrovamento non fu l’unico. Nel 1997 una spedizione che studiava il disgelo del ghiacciaio Tyndall, sul monte Kenia – la seconda montagna più alta dell’Africa, con i suoi 5.199 m s.l.m.–, riportò alla luce ancora una volta i resti di un leopardo. Ai piedi di quel ghiacciaio furono rinvenuti dei resti più decomposti, e ciò che rimaneva era lo scheletro, la pelle maculata e le vibrisse.
Gli studi successivi e la datazione al radiocarbonio suggerirono che si trattava di un esemplare vissuto circa 900 anni fa.
I leopardi non sono frequentatori abituali delle pendici del Kilimangiaro, sebbene recenti studi mostrino come questi felini, tipici delle savane, possano risalire fino alle alte brughiere del vulcano e nelle praterie desolate del monte più alto del continente africano.
Le osservazioni di mammiferi sulle asperità più elevate del Kilimangiaro ci riportano di leoni capaci di arrivare fino a 4.000 metri.
Ma se il Leopardo di Hemingway ci stupisce per la sua vena alpinistica, ancor meglio fanno i licaoni che sono stati avvistati quasi in vetta al Kilimangiaro.
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