Il picchio rosso maggiore è un Picide molto diffuso in Italia, pertanto non è difficile pensare che qualcuno di noi l’abbia visto in natura, anche senza essere un grande esperto di birdwatching.
Si tratta di un uccello che predilige la vita all’interno di boschi e foreste ma è molto abbondante anche nei giardini e nei parchi delle aree urbane e la sua dieta varia molto in funzione della stagione.
Durante il periodo primaverile ed estivo, il picchio rosso è un vorace consumatore di insetti e delle loro larve che cerca soprattuto nelle cavità dei legni morti e marci arrivando a produrre sino a 130 percussioni al minuto. Le sue prede sono coleotteri, coccinelle, scolitidi ma anche bruchi e formiche.
In autunno e inverno la dieta di questi picchi cambia poiché vanno alla ricerca di semi di conifere ma anche di nocciole, ghiande e persino noci.
Ma come fa il picchio rosso ad aprire questi prodotti dei boschi?
La domanda se l’è posta anche un team di ricercatori che ha condotto uno studio nella celebre foresta di Białowieża, nella Polonia orientale, e pubblicata sulla rivista The European Zoological Journal nelle scorse settimane.
Le indagini si sono concentrate sull’uso dell’incudine da parte dei picchi rossi maggiori.
Cos’è l’incudine dei picchi?
Una volta che questi uccelli trovano una noce, una ghianda o una nocciola, per aprirla devono bloccarla così da poterla colpire con forza.
L’incudine non è altro che una fessura su un ramo, un tronco o un muro dove il picchio incastra la nocciola per batterla con colpi vibranti. Uno stratagemma che denota l’intelligenza e la duttilità di questi uccelli.
La preferenza per le grandi querce
In Polonia i ricercatori hanno evidenziato che il principale cibo reperibile sono i semi di abete rosso (Picea abies).
La ricerca è stata condotta nei boschi primordiali di quercia, tiglio e carpino, cercando di capire se tra maschi e femmine esistano differenti utilizzi dlle incudini.
Complessivamente durante lo studio sono state analizzate ben 358 incudini: di queste 119 usate dai maschi, 155 dalle femmine e 84 da uccelli dei quali non è stato rilevato il sesso.
Si è scoperto che la selezione delle incudini avviene più spesso su alberi di grandi dimensioni, con un diametro del tronco molto superiore al diametro medio degli alberi della foresta.
La pianta più utilizzata, ma anche la preferita dai picchi, è stata la quercia con il 30% delle incudini complessive rilevate.
Anche l’altezza ha la sua importanza
Le incudini sono state localizzate più spesso sui rami (72%), sulle parti morte degli alberi (67%) e sovente erano posizionate a grandi altezze dal suolo, rendendo difficile i rilevamenti da parte dei birdwatcher.
Quasi l’80% delle incudini prescelte dai picchi si trovava a un’altezza media di 19,4 m, senza grande differenza tra i sessi: 19,5 m per i maschi e 19,2 m per le femmine.
La posizione più bassa di un’incudine è stata di 30 cm e la più alta di 41 metri. Ricordiamo che lo studio è stato condotto in una delle foreste più integre e vetuste d’Europa, dove gli alberi sono molto vecchi e raggiungono grandi altezze.
Interessante è evidenziare che anche in presenza di neve, in un momento di difficile reperimento del cibo, non sono state rilevate differenze eclatanti nella selezione delle incudini da parte di maschi e femmine.
Lo studio fa dunque luce su un curioso comportamento dei picchi che nello sfruttare le incudini ci offrono una dimostrazione applicata della loro intelligenza. Sorprendendoci ancora una volta.
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