La vita dell’uomo moderno è condizionata in modo significativo dalle condizioni meteorologiche, basta a tal proposito guardare la popolarità dei siti web che annunciano tempeste, perturbazioni o gelicidi…
Le ultimissime news dal mondo scientifico hanno evidenziato i sorprendenti comportamenti di alcuni uccelli che potrebbero cambiare alcune convinzioni sulle scelte etologiche di alcuni animali.
Quando piove, noi uomini prendiamo semplicemente un ombrello per proteggerci dalle gocce d’acqua. Per gli uccelli, invece, le implicazioni sarebbero più serie ed esisterebbe addirittura una correlazione tra le precipitazioni e la scelta degli ambienti in cui vivere, come nel caso di alcuni pigliamosche americani.
Maggie MacPherson della Tulane University e i suoi colleghi hanno combinato tecniche di monitoraggio sul campo con modelli di distribuzione delle specie per indagare quali fattori ambientali hanno guidato le migrazioni e la selezione dell’habitat riproduttivo dei tiranni orientali (Tyrannus tyrannus) e dei tiranni coda forcuta (Tyrannus savana, nella foto) e hanno recentemente pubblicato gli interessanti dati sulla rivista Auk dell’American Ornithological Society.
Le ultimissime news dal mondo scientifico hanno evidenziato i sorprendenti comportamenti di alcuni uccelli che potrebbero cambiare alcune convinzioni sulle scelte etologiche di alcuni animali.
Quando piove, noi uomini prendiamo semplicemente un ombrello per proteggerci dalle gocce d’acqua. Per gli uccelli, invece, le implicazioni sarebbero più serie ed esisterebbe addirittura una correlazione tra le precipitazioni e la scelta degli ambienti in cui vivere, come nel caso di alcuni pigliamosche americani.
Maggie MacPherson della Tulane University e i suoi colleghi hanno combinato tecniche di monitoraggio sul campo con modelli di distribuzione delle specie per indagare quali fattori ambientali hanno guidato le migrazioni e la selezione dell’habitat riproduttivo dei tiranni orientali (Tyrannus tyrannus) e dei tiranni coda forcuta (Tyrannus savana, nella foto) e hanno recentemente pubblicato gli interessanti dati sulla rivista Auk dell’American Ornithological Society.
Risultati sorprendenti
Grazie all’impiego di geolocalizzatori, è stato possibile rigistrare la posizione giornaliera di un uccello in base alla lunghezza del giorno e all’indice di piovosità. Le due specie monitorate hanno mostrato abitudini e una gamma di comportamenti simili e, infatti, hanno selezionato gli stessi habitat, ma differiscono nelle strategie di migrazione.
Le analisi dei loro comportamenti e delle strategie sono state confrontate per determinare l’influenza della temperatura, delle precipitazioni e della produttività primaria, ovvero la quantità di vegetazione “verde” che si genera in funzione della disponibilità di acqua piovana.
Le precipitazioni si sono rivelate uno dei più importanti fattori predittivi della loro distribuzione, in particolare nella stagione non riproduttiva.
Questo significa che la presenza di vegetazione rigogliosa direttamente correlata alla piovosità ha inciso sulla selezione di alcuni ambienti a discapito di altri.
La ricercatrice MacPherson ha sottolineato che l’influenza così diretta delle condizioni meteo e dell’indice pluviometrico sulla vita e sulle migrazioni di questi uccelli diventerà ancora più importante negli anni a venire, direttamente influenzata dai cambiamenti climatici che potranno davvero incidere sul futuro di diverse specie, soprattuto laddove i cambiamenti saranno più significativi.
Lo stesso team ha esteso lo studio anche alla migrazione, evidenziando che i mutamenti ambientali a causa delle variazioni climatiche tra il continente nord americano e quello centro americano possono influenzare notevolmente anche i fenomeni migratori. Come del resto sta accadendo anche in Italia, dove studi comprovati (sebbene agli albori) mostrano come diverse specie insettivore, tra cui l’assiolo (Otus scops) e l’upupa (Upupa epops), con sempre maggior frequenza scelgano di svernare nel nostro Paese senza più ricorrere alla migrazione.
La reattività e plasticità delle singole specie – sottolinea Maggie MacPherson – può essere determinante; alcune possono avere più tempismo nel valutare i cambiamenti climatici e questo – osserva la ricercatrice americana – può divenire uno degli scenari da indagare nei prossimi monitoraggi.
Il clima del pianeta sta cambiando, le piogge incidono sulle scelte vitali di molte specie di uccelli e questo cambierà i cicli di sviluppo di diverse specie. Anzi, tutto questo sta già accadendo.
Le analisi dei loro comportamenti e delle strategie sono state confrontate per determinare l’influenza della temperatura, delle precipitazioni e della produttività primaria, ovvero la quantità di vegetazione “verde” che si genera in funzione della disponibilità di acqua piovana.
Le precipitazioni si sono rivelate uno dei più importanti fattori predittivi della loro distribuzione, in particolare nella stagione non riproduttiva.
Questo significa che la presenza di vegetazione rigogliosa direttamente correlata alla piovosità ha inciso sulla selezione di alcuni ambienti a discapito di altri.
La ricercatrice MacPherson ha sottolineato che l’influenza così diretta delle condizioni meteo e dell’indice pluviometrico sulla vita e sulle migrazioni di questi uccelli diventerà ancora più importante negli anni a venire, direttamente influenzata dai cambiamenti climatici che potranno davvero incidere sul futuro di diverse specie, soprattuto laddove i cambiamenti saranno più significativi.
Lo stesso team ha esteso lo studio anche alla migrazione, evidenziando che i mutamenti ambientali a causa delle variazioni climatiche tra il continente nord americano e quello centro americano possono influenzare notevolmente anche i fenomeni migratori. Come del resto sta accadendo anche in Italia, dove studi comprovati (sebbene agli albori) mostrano come diverse specie insettivore, tra cui l’assiolo (Otus scops) e l’upupa (Upupa epops), con sempre maggior frequenza scelgano di svernare nel nostro Paese senza più ricorrere alla migrazione.
La reattività e plasticità delle singole specie – sottolinea Maggie MacPherson – può essere determinante; alcune possono avere più tempismo nel valutare i cambiamenti climatici e questo – osserva la ricercatrice americana – può divenire uno degli scenari da indagare nei prossimi monitoraggi.
Il clima del pianeta sta cambiando, le piogge incidono sulle scelte vitali di molte specie di uccelli e questo cambierà i cicli di sviluppo di diverse specie. Anzi, tutto questo sta già accadendo.
© riproduzione riservata
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com