Sarà vero che le vacanze sono cambiate ed è passata l’epoca delle lunghe ferie agostane, eppure eccoci giunti al momento fatidico: quello in cui ci sentiamo costretti a immergerci nel non tempo, dove tutto deve essere riposo e quiete, oppure scoperta e avventura, in ogni caso gioia e festa.
Nonostante tutto agosto è ancora la grande vacanza, la feria di contadina memoria, quando in campagna non si faceva più niente, tra i primi e i secondi raccolti. L’estate agreste però si è trasformata in un gigantesco commercio ingannevole, in un gioco di finte necessità e gioie illusorie. Da cui qualcuno tornerà rigenerato, o almeno così gli parrà, e qualcun altro deluso.
In una pagina del “Mestiere di vivere” Cesare Pavese scrisse:
«Vivere in un ambiente è bello quando l’anima è altrove. In città quando si sogna la campagna, in campagna quando si sogna la città. Dappertutto quando si sogna il mare».
E se dunque è bello sognare, sogniamo una bella estate.
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