Il WWF ha pubblicato da qualche giorno un report dal titolo “Squali in crisi nel Mediterraneo: misure urgenti per salvarli”, che fotografa lo stato delle popolazioni di varie specie di squali e razze nel Mare nostrum.
Il declino dello squalo e della razza è un problema ambientale gravissimo, proprio perché legato al ruolo che questi animali svolgono nei nostri mari. Essendo figure apicali nella catena trofica, la loro scomparsa potrebbe generare degli squilibri i cui effetti sono difficilmente prevedibili e che investirebbero anche il settore della pesca.
Oggi sono circa 80 le specie di pesci cartilaginei che vivono nel Mediterraneo inserite nella lista della International Union for the Conservation of Nature (IUCN), di cui almeno 20 considerate in pericolo critico di estinzione, 11 in pericolo di estinzione, 8 vulnerabili, 9 quasi minacciate e 12 di minor preoccupazione (per 13 specie vi è mancanza di dati). Una situazione piuttosto critica a giudicare soprattutto dalla quantità di esemplari catturati.
Un mercato impressionante
Secondo il report del WWF negli ultimi 15 anni, nel Mar Mediterraneo, si è assistito ad un aumento significativo delle catture di squalo e razze che sono passate dalle 8.000-12.000 tonnellate del periodo 2000-2008, alle 13.000-20.000 tonnellate del periodo 2009-2015. Libia e Tunisia pescano le maggiori quantità di pesci cartilaginei, come confermano i dati relativi al 2015 in cui sono state catturate rispettivamente 4.260 e 4.161 tonnellate, seguono Italia con 1.347 tonnellate ed Egitto con 1.141 tonnellate. Analizzando i dati del 2013, tra i principali paesi del Mediterraneo che importano prodotti derivati da squali e razze figurano la Spagna con 13.393 tonnellate, l’Italia con 9.456 tonnellate e la Francia con 6.180 tonnellate. Principale esportatore è sempre la Spagna con 18.111 tonnellate, mentre segue abbastanza distaccata la Francia con 1.903 tonnellate. La Spagna dunque importa ed esporta una quantità enorme di pesci cartilaginei rispetto a qualsiasi altro paese europeo ed anche livello mondiale, almeno per quanto riguarda le importazioni, viene superata soltanto dalla Corea del Sud. Non dovrebbe farci piacere sapere che, sempre a livello mondiale, l’Italia figura come terzo principale importatore di squali e razze. Del resto, secondo la Guardia Costiera Italiana la carne di squalo spacciata per pesce spada è una delle frodi più comuni del settore della pesca nel nostro Paese.
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