La concentrazione di gas serra presenti nell’atmosfera ha fatto registrare un nuovo – negativo – record.
A lanciare l’allarme, il World Meteorological Organization che, nel proprio bollettino diramato negli scorsi giorni, ha riportato come, dal 1990 al 2014, vi sia stato un incremento del forzante radiativo generato da anidride carbonica, metano e protossido di azoto.
“Ogni anno diciamo che non c’è più tempo da perdere per contrastare le emissioni eppure ogni anno ci troviamo a constatare che sono aumentate – ha spiegato il segretario generale Michel Jarraud -. Se vogliamo contrastare l’aumento delle temperature dobbiamo agire ora per limitare l’emissione di gas. L’incremento delle temperature porterà a fenomeni meteorologici imprevedibili e catastrofici”.
I dati del bollettino
Nel 2014, le concentrazioni atmosferiche di CO2 hanno raggiunto 397,7 parti per milione (ppm) e nella primavera dello stesso anno, nell’emisfero settentrionale, è stata varcata la soglia di 400 ppm. Nel 2015 lo scenario si è ripetuto, con valori di CO2 che, nella stagione primaverile, hanno costantemente superato il livello di 400 ppm. Lo scenario non è confortante: per il 2016 è previsto un livello medio costantemente sopra i 400 ppm.
Per quanto riguarda il metano, i dati hanno dimostrato che l’emissione del gas deriva per il 40% da fattori naturali e per il restante 60% da attività umane, su tutte l’allevamento di bestiame. Nel 2014 la concentrazione atmosferica era di 1833 ppm, vale a dire il 254% in più rispetto ai livelli di tre secoli fa.
Dati poco confortanti anche per il protossido di azoto che ha aumentato la propria concentrazione del 121% rispetto ai livelli pre industriali e la cui concentrazione, nel 2014, era di 327.1 ppm.
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