Alcuni anni fa durante una delle mie solite escursioni lungo i canali della pianura padana trovo un nido di cannareccione tra le canne, ma invece di essere aperto sulla parte superiore, noto che è sigillato da un “tappo” d’erba. Incuriosito mi soffermo a guardare meglio e nel mentre vedo uscire un piccolo topolino da quel nido ovviamente usurpato.
Per nulla intimorito dalla mia presenza il roditore esplorò i dintorni arrampicandosi sulle canne e nel frattempo altri due topolini uscirono allo scoperto. Si trattava di una nidiata di topolino delle risaie con i giovani già in grado di uscire e sicuramente svezzati.
Il topolino delle risaie è un piccolo roditore che ha bisogno di qualche presentazione. Questa specie è infatti pochissimo conosciuta. Per quanto il suo nome lo associ alle coltivazioni di riso, le risaie e i campi di cereali in genere non rappresentano il suo habitat principale. La specie rimane spesso ai margini delle coltivazioni, dove sporadicamente si reca per cercare il cibo. Anche se in passato, in Europa, si sono avute segnalazioni di danni in agricoltura, in Italia, per la sua scarsa presenza, non ha mai rappresentato un problema, anzi la sua parte di dieta insettivora potrebbe porlo addirittura tra gli animali utili. Il suo nido, molto caratteristico, è situato tra l’erba alta e nei canneti La costruzione richiede una tecnica particolare che vede il topolino delle risaie sfilacciare le foglie con i denti e intrecciarle finemente tra loro fino a formare una palla cava del diametro di 5-13 cm, foderata all’interno con erba masticata e materiale vegetale morbidissimo. Il nido finito rimane appeso alla vegetazione fitta e ha una piccola apertura laterale che spesso viene chiusa e, in questi casi il nido si presenta come una sfera di vegetazione assomigliante a una palla da tennis. In molti casi “adatta” un nido di cannareccione, anche se contiene uova dello (in questo caso) sfortunato passeriforme.
Come è stata scattata la foto
Prima di allontanarmi per non disturbare i topolini ho fatto qualche scatto con il 105 micro della Nikon. Durante gli scatti i topolini non hanno mai manifestato la minima preoccupazione. Sono tentato di credere che avrei anche potuto prenderli tra le mani.
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