I drammatici scenari che a causa dei cambiamenti climatici investono le due calotte polari sul nostro Pianeta – sempre meno ghiacciate – destano crescente preoccupazione per la sopravvivenza di molte specie. Specialmente quella dell’orso polare, signore dell’Artico, ma anche quella di foche e trichechi.
Se, infatti, l’innalzamento delle temperature continuerà al ritmo odierno, entro la fine del secolo potremo dire addio ad alcuni animali simbolo di questi habitat.
Un studio pubblicato pochi giorni fa da Nature Climate Change ha esaminato lo status dell’orso bianco polare (Ursus maritimus) evidenziando come per quest’ultimo il destino appaia segnato, ovvero l’estinzione. Alcune popolazioni avrebbero già raggiunto il limite della sopravvivenza.
La speranza che possa cambiare qualcosa è flebile, perché le principali minacce sono determinate dalla rapida scomparsa del suo habitat – ovvero la banchisa di ghiaccio – e dall’incessante rarefazione delle popolazioni di foche che costituiscono la sua preda fondamentale.
L’indagine condotta da diversi ricercatori della ONG Polar Bears International ha evidenziato che le scorte di grasso e la capacità di digiuno dell’orso bianco polare è divenuta sensibilmente più limitata e questo aspetto è correlato alla necessità di compiere viaggi e spostamenti sempre più lunghi alla ricerca di prede che divengono sempre più rare.
La situazione è davvero preoccupante e accomuna altre specie artiche come foche, narvali, alcune balene, volpi artiche, girfalchi e i gufi delle nevi.
Purtroppo, dai dati emersi si rileva che il riscaldamento globale due volte più veloce negli areali artici, determina un’assenza di ghiaccio estivo sempre più prolungata e gli orsi, incapaci di trovare le loro prede, trovano crescenti difficoltà nel loro regime trofico.
Molte persone hanno persino evocato una teorica reintroduzione di orsi polari allevati in cattività, ma Steven Amstrup, uno dei ricercatori di questo monitoraggio, esclude che questo scenario possa servire a qualcosa.
A questo punto non resta che sperare e augurarci che i prossimi interventi politici possano miracolosamente invertire queste tendenza salvando i ghiacci eterni dei due poli.
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