Scienziati dell’University of Massachusetts, in Usa, e dell’Indonesia Program della Wildlife Conservation Society hanno condotto un censimento sui rinoceronti rimasti sull’isola di Sumatra.
Lo scopo? Intervenire nelle zone più soggette alle attività agricole e commerciali per proteggere gli esemplari di rinoceronte già in grave pericolo; si tratta di una delle cinque specie di rinoceronte rimaste, la più piccola per dimensioni, unica appartenente al genere Dicerorhinus. “E’ l’ultima possibilità che abbiamo di salvare il rinoceronte di Sumatra – racconta Wulan Pusparini, a capo dello studio -, ma è necessario investire di più, cercando di arginare il più possibile la morsa antropica”. Indicano al governo indonesiano di delimitare cinque aree nelle quali consentire ai rinoceronti di vivere pacificamente, senza rischi di bracconaggio o deturpamento del territorio. Auspicano peraltro l’abolizione di tutti quei progetti che mirano a dare vita a una rete autostradale che avrebbe un impatto devastante sugli habitat occupati dal caratteristico mammifero. Si vuole dunque fargli evitare la fine del rinoceronte di Giava, attualmente ridotto a pochissimi esemplari nel parco nazionale di Ujung Kulon, estremità occidentale dell’isola omonima.
Negli ultimi duecento anni il numero di individui di rinoceronte di Sumatra è drasticamente sceso e ora l’animale abita solo poche micro aree del sud est del paese.
Le stime indicavano nel 1985 la presenza di seicento esemplari di rinoceronte di Sumatra, calati a cento nel 2013. Ma grazie a questo lavoro la speranza è quella di riportarli in “salute”, magari facendogli conquistare luoghi dove un tempo viveva liberamente e non ha lasciato traccia, come il Buthan o l’India. “Per la prima volta abbiamo condotto uno studio serio e preciso che ci permette di valutare la distribuzione di questa specie e avanzare proposte concrete per la sua salvaguardia”, conclude Joe Walston, vice presidente dalla Wildlife Conservation Society.
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