Il Lussemburgo è diventato il dodicesimo stato europeo a vietare l’allevamento di animali per la produzione di pellicce.
La proposta, che era stata avanzata nel 2016 dall’allora ministro dell’Agricoltura Fernand Etgen, è stata approvata nei giorni scorsi.
«Gli animali non sono più considerati come cose ma bensì come esseri viventi dotati di sensibilità e, quindi, di diritti» ha spiegato il Ministro.
Il Lussemburgo non ha tuttavia alcun allevamento di questo tipo sul proprio territorio. La legge, dunque, è finalizzata a impedire l’eventuale insediamento di nuovi impianti.
Gli altri paesi che hanno detto stop
Il Granducato si aggiunge così alla lista di stati europei che hanno deciso di schierarsi a favore dei diritti degli animali.
Complessivamente sono 12 i Paesi che hanno detto basta alle pellicce: Norvegia, Regno Unito, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina e Repubblica di Macedonia hanno già una regolamentazione che vieta l’allevamento di animali da pelliccia mentre la Polonia proprio in questi giorni sta discutendo una legge a riguardo.
Il ritardo italiano
L’Italia, invece, mostra tutto il suo ritardo su questa tematica. «Per questo sollecitiamo l’immediata calendarizzazione da parte del nuovo Esecutivo della proposta di legge che abbiamo già depositato a riguardo, al fine di ottenere anche in Italia questo risultato di civiltà», ha detto la Lega Anti Vivisezione.
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