Dopo West Hollywood e Berkeley anche San Francisco vieterà il commercio di pellicce.
Il divieto sarà in vigore da gennaio del prossimo anno e ai negozianti sarà concesso tempo fino al 2020 per smaltire gli eventuali stock rimasti.
Per chi deciderà di continuare a vendere pellicce nonostante il divieto sono previste ammende fino a mille dollari.
Giro d’affari da 40 milioni di dollari
Secondo le più recenti stime, il mercato delle pellicce nella città californiana si aggira attorno ai 4 milioni di dollari; si prevede, inoltre, che il bando porterà alla chiusura di almeno 30 esercizi soltanto nella centrale Union Square.
«Nonostante le ripercussioni economiche si tratta di una scelta etica nei confronti degli animali – ha detto Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free -. Questo è un motivo necessario e sufficiente di per sé a bandire un intero commercio».
E l’Italia?
Nonostante nel nostro paese vi siano segnali di un cambio di mentalità – pochi giorni fa anche la maison Versace ha annunciato che non impiegherà più pellicce nelle proprie collezioni – in Italia continuano a essere permessi gli allevamenti. «Mentre in Europa sempre più Paesi vietano l’allevamento di animali per farne pellicce l’Italia continua ad essere fanalino di coda, consentendo ogni anno l’uccisione di almeno 200mila visoni – ha concluso Pavesi –. Il nuovo Parlamento ha la responsabilità di riportare il nostro Paese in un contesto civile, vietando definitivamente questa forma di allevamento e ascoltando la voce dell’86,3% degli italiani che si sono detti contrari a questa forma di sfruttamento».
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