Si tratta di un errore culturale, prima ancora che un rischio per la biodiversità.
La Lipu non usa giri di parole per parlare di Airport City: Tuning Gravity’s Strings, l’opera dell’artista argentino Tomas Saraceno che, nel contesto di Matera 2019, verrebbe realizzata nella gravina all’interno del Parco Della Murgia Materana.
Una ragnatela sospesa
L’installazione artistica in questione verrebbe posizionata sfruttando le strutture e gli appigli naturali, proprio come una ragnatela metallica.
«L’opera permetterà di superare i confini dei percorsi fisici e mentali, collegando in maniera del tutto nuova l’uomo e la natura e proiettando l’intera comunità verso il futuro» spiegano i promotori dell’iniziativa.
Di parere diverso la Lipu, che in quelle reti sospese ci vede un pericolo potenzialmente mortale per i volatili.
«L’opera di Saraceno consiste in una serie di cavi d’acciaio che collegherebbero i due lati della gravina e, questo, rappresenterebbe una barriera artificiale in un luogo di transito degli uccelli, mettendone a rischio l’integrità e, per le specie particolarmente minacciate, perfino la conservazione» spiega Enzo Cripezzi, coordinatore Lipu per la Basilicata e la Puglia.
Rischio per il capovaccaio
Il rischio maggiore è per il capovaccaio. «Questa specie è nidificante in Italia con solo otto coppie e una di queste è proprio quella dell’area della gravina. Perdere anche un solo esemplare di questo animale significa arrecare un danno molto grave e vanificare una parte degli sforzi che da molti anni si compiono per assicurare, a questa specie in difficoltà, una ripresa e una tutela adeguata», prosegue Cripezzi.
Da qui l’invito della Lipu a cambiare idea e programmi.
«Tomas Saraceno è un grande artista, che proprio nel paesaggio, nella natura, nella sostenibilità trova le ispirazioni principali. A lui, così come alla Fondazione Matera Basilicata 2019, va dunque il nostro appello: rispetti concretamente la sua ispirazione e non realizzi l’opera e sposti l’attenzione altrove, lontano dai delicati rilievi naturali, con un’opera alternativa» conclude Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu.
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