Il muro di filo spinato lungo 100 km disteso sul confine tra Slovenia e Croazia, vicino a Gibina, per bloccare l’ingresso in Slovenia dei rifugiati sta causando anche la morte di numerosi esemplari di fauna migratoria. Lo ha denunciato in una lettera alla Commissione Europea il governo della Croazia, sostenendo che gli animali selvatici trovano la morte sul filo spinato e che la sua presenza viola la legislazione europea che protegge gli habitat naturali.
Secondo l’Associated Press, le principali vittime sono cervi, le cui carcasse vengono rinvenute a ridosso della recinzione. Ma gli esperti sono preoccupati anche per le conseguenze che l’ostruzione artificiale ha su altre specie migranti o nomadi, che già contano un numero esiguo di individui.
Magda Sindicic, ricercatrice all’Università di Zagabria, punta l’attenzione per esempio sugli effetti drammatici che la recinzione avrà sulla lince euroasiatica (Lynx lynx). “La lince frequenta habitat in entrambi i Paesi e usa spostarsi giornalmente attraverso il confine in cerca di cibo e di partner per accoppiarsi. La specie è già minacciata dall’endogamia e questo nuovo ostacolo, che ne impedisce il libero spostamento, non farà che peggiorare la situazione”.
Tra le altre specie minacciate dal muro di filo spinato ci sono orsi e lupi.
E mentre questa denuncia arrivava sul tavolo della Commissione Europea, sono cominciate a giungere testimonianze di animali selvatici morti sull’altra recinzione che divide la Croazia dall’Ungheria.
Finora le voci che si sono levate contro l’installazione delle barriere di filo spinato sui confini sono state dettate da considerazioni umanitarie ed etiche. Come ha dichiarato il Ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius: “Il filo spinato per fermare i migranti è un sistema che non useremmo neppure per gli animali!”.
E, invece, sia gli uni sia gli altri continuano a trovarvi morte e disperazione.
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