In Africa orientale è esplosa un’emergenza cavallette come non se ne vedevano da almeno 70 anni.
Le inusuali condizioni meteorologiche che lo scorso autunno hanno interessato le regioni del Corno d’Africa, con tempeste di pioggia persistenti e alluvioni, non hanno infatti provocato soltanto gravi danni materiali contingenti.
Hanno anche creato le condizioni climatiche ideali per l’esplosiva proliferazione della locusta del deserto (Schistocerca gregaria), una delle specie migratorie più voraci e pericolose del mondo.
Dal Mar Rosso all’Uganda
Enormi sciami di locuste del deserto hanno già attraversato Eritrea, Etiopia e Somalia, sono entrate in Kenya e puntano verso l’Uganda. E l’infestazione rischia di propagarsi anche sull’altro lato del Mar Rosso, fino all’Oman e persino all’Iran.
Per la Fao è diventata una situazione di interesse internazionale che minaccia la sicurezza alimentare dell’intera sottoregione. E in assenza di controlli, entro giugno il numero degli insetti divoratori di coltivazioni potrebbe aumentare di 500 volte.
È necessaria e urgente una massiccia campagna di lotta all’invasione degli insetti. Le autorità locali hanno già cominciato gli interventi ma serve il supporto della comunità internazionale per portare a termine il lavoro.
Divoratrici senza limiti
Ogni sciame può contenere centinaia di milioni di singoli insetti e percorrere ben 150 chilometri in un giorno, divorando foglie, fiori, germogli, frutti e semi di diverse specie di piante, quindi campi di mais, piantagioni di caffè, pascoli e tutto ciò di vegetale che incontra sul suo cammino.
L’impulso naturale della locusta del deserto di nutrirsi e riprodursi (fino a 5 generazioni all’anno) sta devastando i mezzi di sussistenza rurali dei Paesi colpiti.
In Kenya nove aerei sono già operativi
Data l’entità degli sciami, l’unico mezzo efficace per ridurre il numero delle cavallette è il controllo aereo. In Kenya, dove uno sciame è largo addirittura 40 chilometri e lungo 60, il governo ha fatto alzare in volo nove aerei per irrorare le aree colpite con insetticidi, prima che gli insetti arrivino nelle zone considerate i “granai” del Paese.
I tecnici devono operare di notte, quando gli sciami interrompono il volo e si fermano a terra. Finora sono stati utilizzati oltre 20.000 litri di sostanze chimiche e 145 agenti provenienti da otto delle contee colpite.
In questi giorni sono in corso incontri interministeriali con l’Uganda per individuare una strategia comune capace fermare l’invasione.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com