Un vero e proprio giallo. Così si sta profilando la scoperta di un’inumazione risalente e oltre mille anni fa, presso l’area archeologica di San Calogero, ad Albenga, in Liguria. Si tratta dei resti di una giovane, di circa tredici anni, sepolta a testa in giù, da alcuni già battezzata “la strega di Albenga”; non una sepoltura qualsiasi, ma un rito di solito riservato a persone malviste dalla società, perché colpevoli di qualche misfatto o vittime di credenze superstiziose o pregiudizi.
Un discorso analogo ai ritrovamenti avvenuti un po’ in tutta Europa, di corpi trafitti da chiodi, con la bocca riempita di sassi, o con i piedi tagliati, tutti casi legati a soggetti dei quali si temeva il “ritorno” in vita, e per questo possibilmente destinati a un riposo eterno diverso da quello degli altri. Le prime analisi indicano una sepoltura effettuata fra il 400 e il 1000 d.C.. Resta da capire come mai si sia verificata in corrispondenza di un edificio sacro, dove normalmente avvenivano inumazioni tradizionali, di persone amate e rispettate dalla comunità.
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