Noi esseri umani siamo gli animali che necessitano di maggiori cure parentali, ma nel corso della storia sono stati diversi i casi di ragazzi selvaggi, abbandonati da piccoli e sopravvissuti in natura. Il più famoso è sicuramente il caso di Victor, il Ragazzo selvaggio dell’Aveyron.
Nel 1799 nei boschi dell’Aveyron, una regione della Francia del sud, venne avvistato un giovane completamente nudo di cui non si conosceva l’identità.
Neanche a chiederselo, avvicinatosi a una fattoria in cerca di cibo, fu subito catturato (per ben tre volte, dato che le prime due riuscì a scappare).
Il ragazzo aveva un’età tra gli undici e i dodici anni, era alto 1,36 m e non sapeva parlare, né camminare correttamente sulle gambe. Si nutriva di radici e frutti spontanei e aveva molti tratti comportamentali degli animali selvatici, era diffidente nei confronti dell’uomo e reagiva con graffi e morsi ai tentativi di contatto.
Sicuramente se io fossi stato catturato da dei contadini francesi di fine ‘700, graffi e morsi sarebbero stati la reazione più civile ed educata possibile.
Tuttavia il povero ragazzo selvaggio era un caso davvero rarissimo e interessante di uomo cresciuto in natura, che non aveva assorbito i tratti culturali della società civilizzata.
Inizialmente venne spedito a Parigi come fenomeno da baraccone, ma dopo poco tempo l’effetto novità dell’ ”Incredibile ragazzo selvaggio” finì e il giovane fu, quindi, affidato alle cure di Jean Itard, un medico francese.
Itard (ri)battezzò il ragazzo col nome di Victor e iniziò un programma di rieducazione, nel tentativo di “restituire” al ragazzo quei tratti culturali tipicamente umani che non aveva.
Il dottore tentò di insegnargli a parlare, scrivere, vestirsi e comportarsi come un “normale ragazzo di Parigi”, ma dopo cinque anni di tentativi fu costretto ad abbandonare l’idea.
Victor non imparò a parlare e non abbandonò mai i suoi tratti animaleschi, si dice che gli unici piccoli gesti di affetto li rivolgesse alla governante, Madame Guerin.
La conclusione del dottor Itard fu che Victor non aveva ricevuto assistenza dai propri simili adulti nei primi tre anni di vita, quando le potenzialità del cervello umano si sviluppano grazie allo stimolo esercitato dell’apprendimento dei primi modelli culturali.
Il regista francese Francois Truffault dedicò un film alla vicenda di Victor: “Il ragazzo Selvaggio” del 1969.
Victor morì selvaggio nel 1828 e rappresenta ancora oggi il caso più significativo di uomo cresciuto in natura, un Mowgli della realtà.
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