Le iniziative dei cittadini sono lodevoli: cannucce d’acciaio al posto di quelle in plastica, shopper di tela che sostituiscono imballaggi e confezioni e c’è grande scelta – spesso onerosa dal punto di vista economico – di opzioni più sostenibili.
La lista delle pratiche virtuose potrebbe andare avanti, ma la domanda sorge immediata e spontanea: che senso hanno queste azioni, se i grossi marchi non hanno alcuna intenzione di abbandonare gli imballaggi in plastica? E ancora: davvero tante piccole gocce nell’oceano possono fare la differenza oppure, senza un cambio di rotta ai vertici, tutte le fatiche rischiano di essere vane?
Il riciclo da solo non basta più
«Basta entrare in un supermercato o in un negozio per rendersi conto di quanta plastica inutile e superflua viene ancora utilizzata per confezioni e imballaggi. Non ne abbiamo bisogno: esistono alternative, ed è ora che le aziende si assumano le loro responsabilità» spiega Greenpeace.
E, in effetti, riciclare non è più sufficiente: un sacchetto di plastica per degradarsi necessità di 20 anni, un flacone di plastica rigida 400 anni e una bottiglia oltre 5 secoli.
«Il 90% della plastica prodotta non è mai stata riciclata. Ora è dispersa nell’ambiente, e lì resterà per anni – continua l’associazione –. Fare una corretta raccolta differenziata è un dovere di ogni cittadino, ma è ormai chiaro che il riciclo da solo non basta più. La colpa non può essere scaricata solo sui consumatori, quando le aziende ne vendono sempre di più: la produzione attuale raddoppierà i volumi entro il 2015 per quadruplicarli entro il 2050».
Il ruolo delle corporates
Solo i grandi marchi, coloro che ogni giorno riempiono coi loro prodotti milioni di flaconi, possono davvero fare la differenza. «A partire dagli anni cinquanta sono stati prodotti oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica, pari al peso di 47 milioni di balene blu – aggiunge Greenpeace che ha anche lanciato una petizione per chiedere azioni più concrete alle grandi aziende del settore –. Da allora, le grandi aziende hanno continuato a fare profitti inondando il mercato di plastica monouso, nonostante l’inefficacia del sistema di riciclo e spesso senza darci alternative. Da sole, le aziende di bevande in tutto il mondo producono ogni anno oltre 500 milioni di bottiglie di plastica usa-e-getta. Con tutta la plastica presente oggi negli oceani, potremmo fare 400 volte il giro della Terra».
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