Ogni persona che si diletta di scrittura ha un suo punto di riferimento: il mio è Ernest Hemingway e oggi vi parlerò di lui attraverso le vibrisse di una colonia di gatti speciali.
Se vi capitasse di andare in Florida, non potrete esimervi dal visitare a Key West la sua dimora, la The Ernest Hemingway Home and Museum, che lo scrittore ricevette in regalo da Gus, ricchissimo zio della sua seconda moglie, Pauline Pfeiffer, con la quale vi si trasferì nel 1931.
1 milione di turisti
Proprio dalle coste della Florida, Ernest poté imparare i rudimenti della pesca ai grandi Marlin e trarre le prime ispirazioni per scrivere il libro che gli ha fatto vincere il premio Pulitzer nel 1953 e il premio Nobel per la letteratura l’anno successivo: “Il vecchio e il mare”, uno dei capolavori della storia della letteratura. Un libro che amo da impazzire, un autore che ha rivoluzionato il modo di scrivere, ma questa è un’altra storia.
Visitata da oltre un milione di turisti – alcuni anche molto famosi come Tom Hanks, Bill Clinton, George Bush, Michael Jackson, Ron Howard, Jennifer Lopez – la casa museo di Hemingway è uno scrigno di lettere e scritti, dove poter ammirare le sue leggendarie macchine per scrivere, come la Corona Model 3 e la Hermes baby.
Quello che mi accingo a narrarvi è uno storytelling curioso, in cui a essere protagonista, però, non è solo la casa-museo, ma anche i gatti che vivono lì, divenuti anch’essi celebri star.
La colonia di gatti a sei dita
Il motivo per il quale i gatti di Hemingway avevano stregato l’autore, e oggi i turisti, sta nel fatto che alcuni erano – e lo sono ancora vista la discendenza diretta – polidattili, ovvero avevano zampe con sei dita.
Tutto ebbe origine da una gatta di nome Biancaneve, una micia che Ernest adorava e che ricevette in regalo dal capitano di una nave. La gatta era speciale: aveva sei dita.
Gatti con questo tipo di anomalia, grazie alla loro abilità nella cattura dei roditori, erano molto diffusi sulle navi che andavano a Boston e il romanziere americano, rapito dalle storie che i marinai raccontavano sul conto di questi felini dalle virtù magiche, accettò di buon grado il regalo che gli fece il capitano Stanley Dexter.
Percorsi e oggetti “felini”
Una passione per i gatti, quella di Hemingway, che fu davvero smisurata se si pensa che, tra la casa di Key West e quella di Cuba a L’Avana, i gatti arrivarono a essere 150.
Oggi nel giardino della casa di Key West ci sono oltre 50 mici discendenti da Biancaneve e di questa colonia felina, dal sangue blu inchiostro, ben 23 sono polidattili.
I gatti sono i protagonisti anche nel percorso di visita alla casa di Hemingway perché un po’ ovunque si trovano richiami felini: una ceramica a forma di gatto realizzata dal celebre Picasso, che conobbe Hemingway, ma anche porcellane con dipinti di gatti che troverete posizionate vicino alle sue macchine per scrivere. Persino le tende sono a tema gatto.
Bumby ne ha 7!
I nomi attribuiti, poi, a questi discendenti dei compagni di vita di Hemingway sono tra i più curiosi: da Edgar Allan Poe a Pablo Picasso ed Errol Flynn.
Recandovi in questa celebre dimora potreste, poi, ritrovarvi faccia a faccia con Bumby, un gatto dotato addirittura di 7 falangi chiamato con il soprannome che Hemingway diede al figlio.
Dunque, se vi capitasse un giorno di andare in Florida, recatevi a Key West, al 907 di Whitehead street, per una visita che rimarrà a lungo impressa nella vostra mente.
Nel frattempo, potreste averne un assaggio leggendo il libro “Le case dei miei scrittori” della francese Evelyne Bloch-Dano che, descrivendo la dimora coloniale in stile Spanish House di Hemingway, vi porterà per mano nell’affascinante mondo di Ernest e Pauline e nel regno dei loro gatti a 6 dita.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com
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