Sono appena rientrato da alcuni giorni nel Turracher Höhe, un piccolo altopiano a quota 1.763 m tra Carinzia e Stiria, in Austria. Facilmente raggiungibile dall’Italia (è a una sessantina di chilometri dal confine di Tarvisio) si estende attorno a tre piccoli laghi montani (Turracher See, Grünsee und Schwarzsee) e a una serie di belle torbiere, circondati dai dolci ma imponenti monti Nockberge che raggiungono i 2.400 m, attorno ai quali si estende l’omonima Riserva naturale della biosfera, riconosciuta nel 2012 dall’UNESCO.
Pertanto, se la parte centrale dell’altopiano ha assunto una vocazione turistica di montagna anche intensiva, che però ha permesso lo sviluppo di una nuova economia dopo la chiusura verso l’inizio del XX secolo delle miniere della zona (ferro, piombo, argento), le zone più esterne e alle quote maggiore sono più tutelate, in una logica comunque di ricerca di equilibrio tra protezione della biodiversità ed economia secondo i dettami del programma “L’uomo e la biosfera” del programma MAB-UNESCO.
A differenza dai Parchi nazionali, i Parchi della biosfera, che oggi sono 651 in 120 Paesi del mondo, sono infatti soprattutto dei paesaggi culturali.
Pertanto nel Turracher Höhe abbiamo numerose attrazioni e infrastrutture turistiche, come una fitta rete di piste da sci e sofisticati percorsi di trial mountain bike, oltre che attrazioni non propriamente “ecocompatibili” ma di grande successo di pubblico, come l’ottovolante delle Alpi Nocky Flitzer lungo 1600 m. e il mondo avventura per famiglie Nocky’s AlmZeit, presso la stazione a monte dell’impianto Panoramabahn, oltre che a varie seggiovie e cabinovie. Insomma i vostri figli non si annoieranno di certo.
Tuttavia per il naturalista che, invece, cerca di allontanarsi dalla folla quello che colpisce, oltre ad alcuni bellissimi laghetti alpini, sono le grandi pinete di pino cembro che qui sono tra le più estese d’Europa, assieme a quelle italiane dell’Alevè, sulle pendici del Monviso.
ll pino cembro (Pinus cembra), detto anche semplicemente cembro o cirmolo, è un albero sempreverde aghifoglie del genere Pinus che vive sulla fascia altitudinale più elevata delle Alpi, in media tra i 1500 e 2300 m. Il suo legno è molto pregiato ed è usato in modo particolare per le sculture (per esempio, in Val Gardena). È l’unico pino a 5 aghi presente spontaneamente in Europa. È un albero con una chioma cilindrico-conica a crescita lenta e molto longevo, che può essere alto fino a 25 metri, anche se di solito non supera i 15 m.
Qui in Carinzia e soprattutto nell’area attorno al Turracher Höhe, si è sviluppata nel tempo una vera e propria filiera attorno a questo albero: dai liquori agli sciroppi, dal legno per mobili e sculture ai profumi e oli essenziali (dalle proprietà antibatteriche, contro allergie e ipersensibilità; balsamico, alleato contro i disturbi delle vie respiratorie) sino ai saponi, all’imbottitura di materassi e cuscini e addirittura al cioccolato e alla birra sono quasi 110 i prodotti realizzati da circa 70 produttori locali, molti dei quali a conduzione familiare. Essi utilizzano in particolare le odorose pigne o strobi, raccolte secondo precisi regolamenti solo nelle tre settimane iniziali a cavallo tra giugno e luglio, quando sono più ricche di oli e terpeni, che tra l’altro danno un caratteristico colore rosso rubino a molti prodotti. I suoi semi, simili ai pinoli, sono commestibili e forniscono un olio anch’esso edibile.
Eppure anche le cembrete austriache stanno cambiando, sotto la pressione dei cambiamenti climatici. La loro fascia altitudinale si sta alzando, mentre dal basso il cirmolo lascia spazio al più vitale abete rosso, di più rapido accrescimento e piantato anche artificialmente per una gestione forestale semintensiva.
Ecco dunque un motivo in più per visitare queste contrade, dove un grande albero sacro all’antico popolo dei Cimbri potrebbe nel giro di pochi decenni diventare una vera rarità.
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