Da 50 anni, in alcune parti della Carolina del Nord, vigeva un divieto di caccia all’orso, annullato qualche mese fa dalla commissione statale per le risorse naturali, con una mossa che ha riscosso non poche proteste da parte dei residenti locali e dei gruppi americani per i diritti degli animali.
La commissione del Dipartimento dell’Ambiente della Carolina del Nord, che si occupa della gestione dei parchi statali, ha votato favorevolmente per concedere la riapertura della caccia all’orso in tre santuari, che abbracciano circa 38mila ettari di terreno, in questi luoghi gli esemplari di Ursus americanus potevano muoversi liberamente essendo protetti.
La caccia all’orso era stata vietata nei santuari Panthertown-Bonas Defeat, Standing Indian e Pisgah Bear della Carolina del Nord dal lontano 1971.
Da allora il numero di orsi neri nello stato è aumentato da meno di 1.000 a circa 25.000, secondo la commissione per la fauna selvatica.
Ma dal primo agosto 2022 sarà di nuovo possibile sparare agli orsi per chi ha un regolare permesso di caccia, inoltre, le aree designate cambieranno il proprio nome ufficiale e da santuari diventeranno “aree di controllo”. Tutto ciò per ridurre, attraverso la caccia, gli incontri fra uomini e orsi.
Le voci dei cittadini e delle associazioni ambientaliste
La nuova norma è stata accolta negativamente da alcune associazioni di animalisti e cittadini che avrebbero voluto mantenere i parchi come aree protette.
«Sicuramente non prenderà di mira gli orsi coinvolti nella denuncia originale di aumento delle interazioni orso-uomo. Il piano prenderà di mira molti degli orsi più giovani che hanno appena iniziato la vita da soli lontano dalle loro madri e che non hanno ancora sviluppato le capacità per eludere i branchi di cani e altri cacciatori feroci. L’uccisione indiscriminata degli orsi non affronta il problema del comportamento individuale degli orsi» ha affermato Bill Lea, fotografo naturalista al quotidiano Guardian.
Friends of Panthertown, un gruppo senza scopo di lucro che protegge e mantiene parti del santuario degli orsi Panthertown-Bonas Defeat, ha affermato che 2.744 persone hanno commentato la proposta di caccia agli orsi della commissione della Carolina del Nord, con l’86% delle persone contrarie ai cambiamenti.
«La caccia all’orso non ha posto a Panthertown – ha rimarcato Jason Kimenker, direttore esecutivo di Friends of Panthertown –. Questo è il loro habitat naturale e selvaggio. Queste foreste sono il loro territorio. Questa è la loro casa. Noi siamo i visitatori qui e tutti abbiamo la responsabilità di continuare a proteggere gli orsi».
Soluzioni da adottare al posto della caccia
Gli orsi della Carolina del Nord sono tipici del Nordamerica e rischiano di essere uccisi sia dalla caccia legale sia dal bracconaggio. Gli animali forniscono vantaggi ai loro ecosistemi e per questo le organizzazioni stanno lottando per far revocare la disposizione.
Una petizione indirizzata alla commissione e firmata da quasi 8mila persone sostiene che la colpa degli incontri con gli orsi è per lo più degli umani. «Noi come esseri umani dobbiamo affrontare e riconoscere che le nostre azioni stanno cambiando il comportamento degli orsi e causando problemi. Gestire le nostre abitudini, capire come hanno un impatto sugli orsi e adattare le nostre attività risolverà i conflitti tra orso e uomo, non la caccia”»si legge nel sito dell’associazione Panthertown che ha lanciato la petizione.
Andrebbe piuttosto, attuato un programma di tutela e non di caccia, tramite pratiche efficienti per facilitare la convivenza con gli animali, come è stato fatto qui in Italia, ad esempio, nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Si è provveduto all’installazione di piccoli riflettori blu montati sui paletti a bordo strada per rifrangere le luci delle automobili che nelle ore notturne potrebbero disturbare la fauna selvatica e alla costruzione di recinti elettrificati per evitare le incursioni nelle attività agricole o di allevamento. Sicuramente il miglioramento dell’habitat per impedirne la frammentazione e la sensibilizzazione della popolazione locale sono delle soluzioni efficaci che possono eludere il ricorso alla caccia.