Ogni anno sono una quarantina i cetacei che muoiono a seguito dei traumi causati dalle collisioni con le navi e, in particolar modo, a essere maggiormente esposte ai rischi sono le balenottere comuni (Balaenoptera physalus).
Sono questi i dati resi noti dal WWF, che ha lanciato l’allarme sulla conservazione di questi meravigliosi animali marini che abitano il Mare Nostrum.
Il tasso di crescita del traffico marittimo è alla base dell’aumento del rischio di collisione nelle acque del Santuario Pelagos, la più grande area protetta del Mediterraneo condivisa tra Italia, Principato di Monaco e Francia.
In questa zona, oltre ad essere più abbondante la presenza dei cetacei, è anche particolarmente intensa l’attività dei servizi turistici, diretti in Corsica e in Sardegna.
Mare trafficato
Le zone del Mediterraneo più a rischio sono quelle in cui si sovrappone un intenso traffico marittimo alla presenza regolare di grandi cetacei. Con un tasso di crescita del 3-4% l’anno, il traffico marittimo nel Mediterraneo è quasi raddoppiato a partire dal 2002 e, secondo le recenti stime, continuerà a crescere. Un impatto non sostenibile che si concentra in uno specchio d’acqua pari allo 0,32% del volume totale di tutti gli oceani del mondo e nel quale si muove il 19% del traffico mondiale. Allo stesso tempo, questa zona ospita il 7,5% di tutte le specie marine del pianeta.
Le svolte a favore dei cetacei
Nonostante i dati preoccupanti, non mancano le notizie incoraggianti. In Francia, le battaglie del WWF hanno portato all’installazione obbligatoria di sistemi anti-collisione su tutte le navi francesi di oltre 24 metri che transitano più di 10 volte l’anno nel Santuario Pelagos. Inoltre, anche la compagnia Corsica Ferries – che batte bandiera italiana a che quindi sarebbe assolta dall’obbligo – ha annunciato che doterà le proprie navi di un software che rileverà e trasmetterà ad altri navi la presenza dei cetacei, in modo da minimizzare le collisioni.
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