Quasi 8000 ettari di foreste, sorgenti, creste montuose e zone umide, unite da un fiume come naturale filo conduttore di una delle zone più affascinanti della Sardegna. Il Parco di Tepilora, situato nella parte centro orientale dell’isola, prende il nome dall’omonimo rilievo: monte Tepilora, un picco di granito dalla forma caratteristica e inconfondibile, posizionato nel cuore dell’area protetta.
Alla ricerca di un’armonia tra uomo e natura
Il Parco di Tepilora, istituito ufficialmente nel 2014, ricade nei territori di 4 comuni: Bitti, Lodè, Torpè e Posada. Il Parco è stato inserito anche nel M.A.B. Tepilora dall’Unesco il cui acronimo significa Man and Biosphere, uomo e biosfera. Un riconoscimento importante ma anche una continua ricerca volta a incentivare l’equilibrio tra l’ambiente e le attività umane strettamente legate al territorio.
Tra le foreste del Parco di Tepilora
Tepilora è un Parco giovane con grandi potenzialità di sviluppo e fruizione. Al suo interno troviamo habitat di grande pregio che ospitano importanti specie faunistiche e offrono il teatro ideale per progetti di tutela e ripopolamento.
Nelle foreste demaniali di Crastazza e Usinavà, rispettivamente nei territori di Bitti e Torpè, è possibile osservare mufloni e daini, aquile e astori, che si muovono tra boschi e rilievi rocciosi dal fascino unico e selvaggio.
I mufloni sono stati oggetto di ripopolamento in alcune aree boschive gestite dall’Agenzia Forestas e attualmente, una parte del Parco è interessata dal progetto di reintroduzione dell’aquila di Bonelli, dichiarata estinta in tutta l’isola. Sorgenti e cascate incorniciano percorsi di trekking ancora poco battuti e ci regalano le suggestioni di un passato comune a molte aree dell’isola.
I sentieri dei carbonai presentano ancora oggi tracce inequivocabili di un’epoca controversa. Un’epoca segnata dallo sfruttamento incontrollato delle risorse ambientali, una storia da conoscere e raccontare per apprezzare ancora di più il presente e pensare al futuro con una visione rinnovata e sostenibile.
Le preziose zone umide
Spostandoci nei territori di Lodè e Posada, l’acqua diventa l’elemento dominante. Le ampie zone umide dove vive l’elusivo pollo sultano sono un autentico paradiso per naturalisti e appassionati di avifauna e durante l’anno è possibile osservare i cambiamenti stagionali e le varie specie che si alternano nel corso dei mesi. I gruccioni, una delle specie più ricercate da fotografi e birdwatcher, fanno la loro comparsa in primavera, occupando i nidi lungo le sponde di fiumi e affluenti che attraversano il territorio e con i loro piumaggi sgargianti annunciano l’arrivo della bella stagione.
Le zone umide sono anche siti fondamentali per la conservazione di rettili e anfibi, come testuggini palustri, discoglossi e raganelle, presenti in Sardegna con sottospecie endemiche di grande valore naturalistico.
Il Parco di Tepilora è un incanto che si svela agli occhi dei visitatori più attenti con discrezione e rispetto.
Grandi spazi inviolati e silenzi densi di attesa ci accompagnano in un viaggio nel cuore della Sardegna autentica e ancora lontana dai numeri vertiginosi e caotici del turismo di massa. Un gioiello della biodiversità in cui l’uomo non è un intruso, ma un elemento imprescindibile del territorio.
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