La storia del Parco naturale dell’ Appia Antica ha radici molto profonde.
La sua istituzione, infatti, è legata all’inaugurazione da parte del console Appio Claudio, nel 312 a.C., di una nuova via di comunicazione – la via Appia, appunto, a cui lui diede il nome – che univa Roma alla città di Brindisi, all’epoca importante snodo navale verso la Grecia. A causa della sua lunghezza e della sua percorribilità in ogni mese dell’anno, godette ben presto dell’appellativo di Regina viarum, la “regina delle strade”.
Una prima ipotesi di tutela di quest’area, che a partire dal IX e X secolo andò incontro a diversi saccheggi e distruzioni, fu avanzata durante il periodo napoleonico e prevedeva l’istituzione di un grande parco archeologico che si estendeva tra la Colonna Traiana e i Castelli Romani. Da questa prima idea ne seguirono molte altre, ma si giunse fino al 1979, quando l’allora sindaco Argan fa sua l’idea di istituire un grande parco archeologico nel centro di Roma che si dovrà collegare con quello dell’ Appia antica. Finalmente, nel 1988 la Regione Lazio approva l’istituzione del Parco Regionale dell’ Appia Antica.
Il Parco dell’ Appia Antica oggi
Attualmente l’area ha un’estensione di 3500 ettari e rappresenta un importante corridoio naturale per le specie animali e vegetali, contribuendo a mantenere elevata la biodiversità cittadina; quest’ultimo è un aspetto sempre più importante da tutelare secondo le direttive europee per la sostenibilità.
Il Parco è percorribile attraverso 5 diversi percorsi che si snodano fra le aree più importanti.
Da questo punto di vista, consiglio di percorrere l’itinerario della Caffarella, che permette di passeggiare per l’omonima valle di origine naturale.
Questo sito è il più importante, naturalisticamente parlando, ed è costituito da pianori tufacei scavati nel tempo dal fiume Almone, il quale ha creato una caratteristica valletta con un fondovalle piatto grazie ai suoi depositi. Inoltre, il fondovalle è ricco di sorgenti naturali, caratteristica questa, comune in tutta l’area romana. Ciò ha permesso a una vegetazione igrofila di crescere spontaneamente, e fra le specie di maggior nota si annoverano il Pioppo nero, il Salice comune, la cannuccia di palude, l’Equiseto e il Luppolo comune.
Ulteriore nota di rilievo in questo splendido parco è rappresentata dalla presenza di specie rare che rappresentano un “unicum” a Roma: l’Orchidea acquatica e il Lupino greco.
Fra le altre specie osservabili troviamo Ginestre, Rose selvatiche, ampie praterie con le specie eterofite più comuni, Pruni, Robinie, il Sambuco, l’Olmo comune, e dei boschetti di querce (Quercus cerris e Quercus frainetto).
Il parco, inoltre, permette di avere un focus sulla storia di Roma offrendo scenari come al solito incantevoli e capaci di far crescere la meraviglia negli occhi di chi osserva questo territorio.
Un luogo senz’altro vasto, ma ciò vi permetterà di apprezzarlo più volte sotto aspetti via via diversi.
Come sempre scarpe in spalla e buona passeggiata!
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com