Uno dei motivi per cui adoro andare in bicicletta è la possibilità di osservare il mondo, che mi scorre lentamente intorno, cogliendone i colori, gli odori, tutti i dettagli. Mi piace rendermi conto del tempo che passa osservando una particolare sfumatura. Questo dettaglio che caratterizza un determinato periodo, sarà visibile per poco tempo, poi potrò rivederlo dopo un anno. La consapevolezza di cogliere il meglio di un luogo, percorrendolo in bicicletta in una certa stagione, mi fa sentire alla stregua di un mago: poter osservare le cose di cui ho desiderio a mio piacimento. L’importante è saper guardare e, se si può, fermarsi a contemplare e magari fotografare, con l’illusione di possedere e conservare quell’ incanto.
A fine inverno, i pioppi e la maggior parte degli altri alberi della pianura Padana, offrono un breve periodo in cui le loro nuove foglie hanno un riflesso rosso che al tramonto si accende ulteriormente, ma questa magia non dura nemmeno una settimana. Poi inizia il susseguirsi delle fioriture, si parte con la predominanza del bianco per poi terminare col rosso sfavillante e sfacciato dei papaveri. Quando la Primavera cede il passo, all’ Estate, ma anche all’Autunno e all’ Inverno, ci si consola con le geometriche armonie, dalle tinte scalate, create dalla mano dell’uomo attraverso le sue colture. Ad esempio è divertente e confortante percorrere le stradine di campagna tra due muri di canne di mais che sembrano volerti nascondere da inesistenti minacce. Così che la strada più nota diventa un intricato labirinto.
Io che sono lombardo ho la fortuna di poter girovagare tra le stradine che costeggiano le risaie quando, a fine aprile, sono inondate e gioire dei riflessi a specchio che producono; poco più tardi sarà il verde smeraldo del riso che spunta, nascondendo l’acqua, a stuzzicare la mia fantasia. Ma, anche in altre Regioni, non va peggio. Ad esempio, chi non si è mai fermato a contemplare affascinato le sfacciate righe gialle di una collina coperta di girasoli in qualche regione dell’Italia centrale?
Purtroppo il progresso fa i suoi danni: un tempo i covoni di fieno erano arte e poesia, ancora ieri le balle e poi i rotoloni d’erba creati dalle macchine e appoggiati alla rinfusa sui campi rasati avevano un loro fascino. Ma oggi, quegli ignobili sacconi senza forma di plastica bianca o verde smunto, sono davvero un’infamia per gli occhi.
Vietato, per chi ha l’idiosincrasia del fuoco, avventurarsi dopo metà ottobre sull’ Appennino tra Emilia, Toscana e Liguria. Sto scherzando, logicamente, ma sopra i 1200 metri le faggete si tingono di un rosso ruggine che, contrastando con il giallo e il verde delle zone sottostanti, fa pensare a un lento, inesorabile, inestinguibile incendio. Questo spettacolo non si ripete tutti gli anni ma è condizionato da una catena di eventi climatici: assenza di forti venti e di piogge abbondanti, arrivo di gelate notturne improvvise a partire da una certa quota d’altitudine. Pedalare in mezzo a queste presunte fiamme, in una giornata col cielo azzurro, fa dimenticare la fatica anche mentre si scalano le più ripide rampe.
Anche l’inverno ha le sue suggestioni, la nebbia è per noi ciclisti un avversario insopportabile. Ma se riusciamo a batterla salendo su una collina, sovrastandola, ecco che ai nostri occhi si offre un mondo diverso, fatto di un mare bianco e fluttuante, da cui affiorano isole e terre emerse per farci sognare di vivere in un epoca in cui l’essere umano non esisteva ancora.
Sciagurato il ritorno verso il basso, quando entrando nel presunto mare , non anneghiamo, ma brancoliamo quasi ciechi, con temperature dal segno meno e la brina sui guanti e sulle maniche.
Per restare in tema “mare” e “nemici della bicicletta”, vi invito a pedalare nel mese di maggio tra morbide colline coltivate a frumento e orzo quando sono sferzate da forti colpi di vento. L’incedere diventa oltremodo faticoso, ma i movimenti delle messi che ondeggiano selvaggiamente nei turbini, offrono riflessi e forme che evocano le onde di un mare infuriato…..
Si potrebbe andare avanti per un bel pezzo, ma chiunque abbia voglia di pedalare saprà trarre da ogni luogo e da ogni momento la sua immagine preferita.
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