Lo scorso anno sono stati 197 gli attivisti che hanno pagato con la vita le loro battaglie a favore dell’ambiente, delle popolazioni locali e degli animali.
«La situazione resta critica, tanto più che si registra un trend in aumento – ha dichiarato al Guardian Ben Leather, dell’associazione ambientalista Global Witness –. Chi parla a favore dell’ambiente e delle popolazioni locali è molto spesso minacciato e rischia di pagare un caro prezzo».
Quattro attivisti ucci a settimana nel 2017
Secondo l’indagine condotta da Global Witness, nel 2017 sono stati uccisi quattro attivisti ambientali a settimana. A preoccupare è anche il trend crescente del fenomeno: nel 2015 sono stati 185 i morti e nel 2016 le uccisioni sono state più di 200. «È un numero che continua a crescere – ha aggiunto Leather -. Dal 2002, anno del primo report, le uccisioni sono aumentate di un quarto».
Le zone più calde
L’area che ha fatto registrare il maggior numero di uccisioni è il Sud America. In Brasile si sono registrate 46 morti tra i paladini dell’ambiente, in Colombia 32 e i Messico 15.
Ma c’è anche l’Asia: qui il numero di uccisioni è aumentato in maniera impressionate negli ultimi anni; nel 2016 il record negativo è andato alle Filippine, con 41 attivisti uccisi.
In Africa, invece, il maggior numero di uccisioni lo ha fatto registrare la Repubblica Democratica del Congo, con 13 vittime.
L’ultimo caso in Kenya
L’ultimo episodio in ordine di tempo risale a pochi giorni fa. Esmond Bradley Martin, uno dei principali investigatori al mondo sul commercio illegale d’avorio e corni di rinoceronte, è stato trovato pugnalato a morte nella su casa di Langata, fuori Nairobi, in Kenya.
Martin, americano di 75 anni, era arrivato nello stato africano negli anni ’70. Da allora, il suo impegno a favore della fauna selvatica era stato incessante, tanto che aveva persino ricoperto il ruolo di inviato speciale Onu per la tutela dei rinoceronti.
Il “cacciatore” dei trafficanti dell’avorio aveva lavorato per anni sotto copertura nelle aree più “calde” del mondo mescolandosi ai mercanti dell’avorio e documentandone i traffici illeciti. Negli ultimi anni si era recato soprattutto in Cina, Vietnam e Laos. L’ultima missione in Myanmar. La polizia sta svolgendo le indagini per appurare se l’omicidio sia da ricollegare alla sua attività investigativa.
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