La bozza di revisione del Piano di Azione Nazionale sui pesticidi, attualmente in discussione, non è coerente con le finalità indicate dalla Direttiva europea 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei prodotti chimici.
Inoltre, manca un serio impegno per la riduzione dell’uso della chimica di sintesi in agricoltura, nelle città e in aree frequentate da soggetti sensibili come i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani.
L’allarme è stato lanciato da Associazioni AIAB, Biodinamica, FederBio, FIRAB, Greenpeace, Legambiente, Lipu-BirdLife, ISDE, Pro Natura e WWF Italia, che hanno criticato la bozza del Piano.
Cosa dice il documento
Secondo le associazioni, inoltre, la bozza del testo non indica con chiarezza e priorità l’obiettivo della riduzione dell’uso di pesticidi.
Il testo, infatti, si limita a disciplinarne l’utilizzo, privilegiando la produzione integrata rispetto all’agricoltura biologica.
Inoltre, si fissano limiti per le distanze dei trattamenti dalle abitazioni e dai luoghi frequentati dalle persone ma questi – secondo le associazioni – non sarebbero adeguatamente cautelativi, anche alla luce delle evidenze scientifiche disponibili.
Il nuovo Piano, infine, non prevede divieti e misure vincolanti per l’eliminazione dei pesticidi più tossici per le specie selvatiche nelle aree naturali protette e nei siti Natura 2000 e non affronta il tema dei controlli dell’applicazione delle regole e delle conseguenti sanzioni per chi li violasse.
Quali sarebbero i punti su cui agire
Secondo le associazioni, dunque, il Piano non affronta tematiche importanti legate al rischio causato dall’uso dei pesticidi.
«Chiediamo di dare effettiva priorità all’agricoltura biologica e di individuare obiettivi quantitativi più ambiziosi in termini di percentuali di riduzione di tutti i prodotti fitosanitari perché vi sia un reale effetto sulla salute e sull’ambiente, anche in base al principio di precauzione – spiegano le associazioni –. Inoltre, è fondamentale ridurre i rischi per i residenti nelle aree rurali fissando distanze minime di sicurezza realmente cautelative e non derogabili dalle abitazioni».
Attenzione anche alle contaminazioni. «Deve essere mantenuta una distanza di almeno 15 metri dalle coltivazioni biologiche per difenderle dal rischio di una possibile contaminazione accidentale. Nei siti Natura 2000 e nelle altre aree naturali protette deve essere vietato l’utilizzo di pesticidi pericolosi per gli habitat e le specie selvatiche, con misure di conservazione della biodiversità regolamentari vincolanti».
Infine, si chiede al nostro Governo di porre fine – entro il 2022 – all’uso di glifosato, come già fatto d Austria, Germania e Lussemburgo.
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