Pablo Picasso è uno degli artisti più famosi del pianeta. La sua capacità espressiva manifestatasi con una pittura anticonformista ha portato un vento nuovo nel mondo dell’arte del secolo scorso.
Quello che in pochi sanno, però, è che Picasso era profondamente legato alle civette e in parte anche ai gufi e che non solo amava rappresentarli nelle sue opere (tele e sculture), ma era persino convinto di avere nel proprio sguardo lo stesso magnetismo di questi rapaci della notte. Una sorta di autentica immedesimazione zooantropomorfa.
Si narra che questa passione nacque in occasione di una posa fotografica con l’amico fotografo Duncan, che lo aveva ripreso con una civetta. E fu proprio una civetta in difficoltà che Picasso decise di adottare nel 1946 e che fu curata proprio dall’artista in persona, vivendo in casa con lui per un certo periodo.
Tra le sue opere più rappresentative che evidenziavano questo Strigide ricordiamo La Gabbia della Civetta e Civetta su una sedia e tre ricci di mare.
Pur essendo affascinato dal magnetismo ipnotico delle civette, Picasso visse in un momento storico nel quale si associavano le civette alla morte ed è questa la chiave di lettura per interpretare la presenza di questi animali nelle sue opere.
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