«Stella stellina,
La notte s’avvicina,
La fiamma traballa,
La mucca è nella stalla,
La mucca e il vitello,
La pecora e l’agnello,
La chioccia e ’l pulcino,
Ognuna ha il suo bambino,
Ognuno ha la sua mamma,
E tutti fan la nanna».
Lina Schwarz
Quando pensiamo alla maternità, viene alla mente la ninna nanna che una madre canta al suo bambino.
Quel suono dolce, lento, ritmato che induce il bambino alla calma, al riposo. È una nenia che passa dalla pancia e dal cuore e arriva all’orecchio del bambino, che è in grado di riconoscere il timbro della voce materna, la vibrazione che emana, quella stessa che ha sentito un po’ distorta e attutita nel liquido della bolla in cui ha vissuto per nove mesi.
La magia della vita regala in questo contatto il punto di partenza della storia d’amore tra madri e figli e del legame indissolubile che si crea.
Nel canto di quella ninna nanna c’è un codice primordiale che stabilisce l’inizio di un percorso, fatto di musica, suoni e vibrazioni.
La ninna nanna di Lina Schwarz, una fonte di teneri ricordi
La canzone, con i suoi ritmi e la melodia, rimanda a uno stato di sicurezza, a una dimensione affettiva di ricerca. Il qui e ora di una canzone possono riportarci ad assaporare un ricordo, un’esperienza vissuta che s’intreccia per brevi istanti al nostro presente. Il motivo riconoscibile crea una connessione forte al nostro ISO gestaltico (l’insieme di caratteristiche sonore specifiche di un singolo individuo, Ndr), che diventa non solo un contenitore dei suoni primordiali che ci appartengono ma anche di odori e immagini, attraverso cui ci riappropriamo della nostra identità.
La memoria della voce materna e dei suoi gesti imprime e forma un codice importantissimo per lo sviluppo psico-motorio del bambino.
Il riconoscimento della voce materna da parte del neonato diventa un momento di gioia nel linguaggio dei primi mesi di vita e anche il potere evocativo che ne deriva riassume l’aspetto espressivo di raccoglimento nell’ascolto della canzone pacificante cantata dalla mamma.
Quella voce che scioglie le paure
Nella melodia si realizza l’archetipo della relazione. La forza del suono e della vibrazione è tale che diventa corporea e, come in un abbraccio, rassicura e scioglie le paure. È la voce a dar vita alla relazione, a creare un ponte per sempre collegato a quel timbro vocale.
La canzone assume poi una sua identità e diventa oggetto transazionale, ovvero un conforto autentico, carico di affettività e cultura, innestando processi imitativi ed emozionali.
Quando pensiamo alla Natura nella sua semplice complessità, ricordiamoci dell’aspetto sonoro e di quanto sia importante per definirci parte integrante di essa.
È nel dialogo unico e universale che una madre ha con il proprio figlio che si definisce il patto vitale che, attraverso i suoni, anche la Natura fa con ciascuno di noi.
Una dolcissima catena d’amore
«Ninnà ninnà ninnà, bel figliolino,
se dormi cucirò un camiciolino.
Lo cucirò col filo bianco e rosa
e lo darò in regalo alla tua sposa.
Ma la tua sposa adesso è appena nata,
e in braccio a mamma sua s’è addormentata.
Un dì verrà che questa ninna ninna,
la canterà ai tuoi bimbi un’altra mamma.
Tu allora a mamma tua ripenserai,
e forse di nascosto piangerai.
Non pianger, figlio, che la cantilena
sarà d’amor dolcissima catena.
E un altro giorno pur dovrà venire
che sarai vecchio e che dovrai morire…
La canterai da te la ninna nanna
che ti cantava sempre la tua mamma.
Ed io ti sentirò, figliolo mio,
verrò a pigliarti per portarti a Dio».
Lina Schwarz
Lina Schwarz (1876-1947) è stata una famosa poetessa e scrittrice per l’infanzia, traduttrice delle opere di Rudolf Steiner e fondatrice della scuola steineriana di Milano.
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