Anche i pinguini hanno la capacità di riconoscere i propri simili non solo affidandosi alle informazioni vocali, come si è sempre pensato, ma utilizzando diversi sensi, caratteristica tipica dell’essere umano.
Il nostro cervello è infatti in grado di integrare le informazioni che recuperiamo da più sensi, facoltà che ci permette di formare immagini mentali del mondo e che è alla base della nostra consapevolezza cosciente e della nostra comunicazione sociale. Oggi uno studio condotto da alcuni ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino dal titolo “Cross-modal individual recognition in the African penguin and the effect of partnership”, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Proceeding of the Royal Society B, ha riscontrato le stesse modalità di interazione nei comportamenti dei pinguini africani, specie a rischio estinzione.
Dopo che coppie di pinguini hanno trascorso del tempo insieme in una zona isolata, uno è stato rilasciato dall’area, lasciando l’altro, il cosiddetto pinguino focale, da solo. Una chiamata vocale è stata immediatamente riprodotta dalla direzione verso cui il pinguino ha lasciato. Il pinguino focale ha risposto più velocemente alla chiamata se non corrispondeva all’identità del pinguino che aveva appena visto uscire.
Questo comportamento dimostra che la chiamata ha violato le loro aspettative e indica che i pinguini possono immaginare l’altro individuo nella loro mente e accedere a questa immagine attraverso diversi sensi. “Si tratta di una forma di riconoscimento individuale – come spiega
Luigi Baciadonna, autore principale dell’articolo – che è stata precedentemente descritta solo in pochi mammiferi e nei corvi. Il fatto che un uccello filogeneticamente così distante possa formare immagini mentali di altri individui suggerisce che questo complesso sistema di riconoscimento sociale possa essere molto più diffuso di quanto avessimo immaginato”.
Una scoperta preziosa, dato che i pinguini africani sono classificati come specie in pericolo dalla IUCN e la conoscenza delle loro capacità cognitive può essere particolarmente utile per aumentare la consapevolezza del loro stato di conservazione.
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