Gli stati dovranno impegnarsi maggiormente per la tutela delle specie a rischio, al fine di proteggerne gli habitat e salvarle dalla minaccia dell’estinzione.
È questo l’accordo preso dai delegati di 129 nazioni riunitisi per la 12esima conferenza sulle specie migratorie (CMS) organizzata a Manila, nelle Filippine, e promossa dalle Nazioni Unite.
Quali sono i benefici
L’accordo pone l’accento sulla cooperazione transnazionale per favorire il ripristino degli habitat perduti e per agevolare la protezione delle specie migratorie.
«Il futuro di queste specie è fortemente legato all’impegno degli Stati – ha detto la segretaria della conferenza, Brandee Chambers -. Si tratta di specie che sono sull’orlo dell’estinzione e per questo tutti gli attori coinvolti hanno grandi responsabilità».
Le specie con maggiori tutele
Complessivamente sono oltre una trentina le specie che godranno presto di maggiore protezione.
Tra queste ci sono la giraffa, lo scimpanzé, il leopardo e una decina di differenti specie di avvoltoi.
Nella lista compare anche l’orso del Gobi (Ursus arctos gobiensis), la sottospecie di orso bruno che ha il suo habitat nell’omonimo deserto in Mongolia e che è classificato come “molto raro”, al punto che alcuni ricercatori stimino la popolazione complessiva in appena 30 individui.
Anche gli abitanti del mare avranno tutele speciali: è il caso dello squalo balena (Rhincodon typus), il più grande squalo esistente, già classificato dall’IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, come “in pericolo”.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com