di Sergio Guidi
presidente dell’associazione Patriarchi della Natura
Con questo articolo inauguriamo una serie di post dedicati agli alberi monumentali del nostro Paese. Il primo è dedicato al colossale Platano di Curinga, un vero gigante della natura: oltre alle colossali dimensioni questo singolare platano ha una conformazione insolita. Ancorato su un piccolo poggio in pendio e con le radici in parte fuori terra ricorda quasi una piovra marina.
Ad esso viene attribuita un’età millenaria, anche perché vegeta proprio vicino ai ruderi di un antico monastero basiliano.
L’albero è completamente cavo e può contenere diverse persone al suo interno, ha rami contorti che formano un’ampia chioma.
Come raggiungerlo
Per poterlo visitare occorre raggiungere il paese di Curinga e da qui dirigersi verso monte in direzione dell’Eremo di Sant’Elia Vecchio che dista circa 1,5 km dal paese; qui giunti, occorre lasciare l’auto e scendere a piedi lungo un sentiero, segnalato da un cartello di legno. Percorse poche centinaia di metri si giunge in vista del grande patriarca arboreo.
Una star internazionale
Per l’elevata tolleranza all’inquinamento e alle potature, il platano è uno degli alberi più utilizzati e diffusi nei parchi e lungo i viali cittadini. Il suo legno veniva impiegato in passato dai fornai per la costruzione delle pale con cui veniva infornato il pane, essendo un legno molto resistente all’usura e al calore del forno. Alcuni storici sostengono che il platano in generale sia l’albero di Platone. I Romani sostenevano che tenesse lontano i pipistrelli che erano considerati di auspicio negativo. Nella mitologia greca si riteneva che il platano fosse stato scelto da Giove per festeggiare lo sposalizio con Giunone e il grande filosofo Socrate sembra che tenesse le sue lezioni sotto un grande platano secolare. Il platano di Curinga era noto solo agli amanti della natura e dei grandi alberi, ma da quando è arrivato secondo nel concorso su Internet che prevedeva la votazione da parte dei cittadini dell’albero più bello d’Europa è diventato una star arborea internazionale.
Il pioppo nero di Curinga
Ma Curinga serbò per me e l’amico Domenico Plauto Battaglia, storico dell’associazione Patriarchi della Natura, un’altra grande sorpresa. Nel 2009, quando giungemmo in visita al grande platano, vicino alla chiesetta della Madonna del Soccorso che si incontra poco prima di arrivare in paese per chi proviene da Acconia, notammo un altro albero di enormi dimensioni e da primato nazionale: un pioppo nero (Populus nigra), che raggiungeva a petto d’uomo una circonferenza di ben 10,70 metri, quasi un record in Italia.
Ebbene purtroppo oggi questo grande patriarca non esiste più, essendo caduto a terra alcuni anni fa a seguito di eventi meteorici avversi. Il pioppo aveva il tronco completamente cavo e quindi la sua staticità era precaria, ma si poteva salvare con interventi di consolidamento e purtroppo non siamo riusciti a recuperare il suo corredo genetico facendo innesti o talee.
I figli del grande platano
Per evitare che anche il platano di Curinga faccia la stessa fine, visto che anch’esso presenta il tronco completamente cavo e inoltre i tantissimi visitatori compattano il terreno per arrampicarsi sul grande albero, favorendo il rischio di fitopatie, l’associazione Patriarchi lo ha riprodotto da seme, ottenendo così i suoi “figli” che almeno in parte conservano lo stesso patrimonio genetico.
Scheda del Platano di Curinga
- Specie: Platano orientale (Platanus orientalis)
- Altezza: 30,5 metri
- Circonferenza: 14,75 metri
- Età stimata: 1000 anni
- Luogo: Sant’Elia – Vrisi – Catanzaro
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