I salmoni reali (Oncorhynchus tshawytscha) faticano a fare ritorno in Alaska per riprodursi. Il dispositivo satellitare posizionato su un esemplare adulto con lo scopo di accertare le cause del fenomeno, ha fornito dei dati alquanto curiosi. Il ricercatore dell’University of Alaska Fairbanks Andrew Seitz ha, infatti, notato un repentino cambio di temperatura registrato da parte del tag satellitare. “La temperatura ideale per i salmoni che vivono nelle acque del mare di Bering oscilla tra i 4 e 12 gradi Celsius. – ha spiegato il ricercatore – Tuttavia analizzando i dati forniti dal dispositivo è stato rilevato come, nel giro di pochi secondi, la temperatura registrata sia improvvisamente cambiata, raggiungendo i 18-26 gradi. Uno sbalzo di temperatura tanto repentino può significare solo una cosa: il salmone non si trovava più nelle acque marine, bensì nella pancia di un predatore“.
Questa è, infatti, la temperatura basale di alcuni predatori marini, tra i quali appunto lo squalo salmone (Lamna ditropis). Seitz ha poi aggiunto: “I dati raccolti indicano che l’apparecchio che era stato posizionato sull’esemplare adulto di salmone reale è rimasto nello stomaco del predatore per un paio di giorni. E’ però ancora presto per dire se gli squali salmone stiano giocando un ruolo negativo nel ritorno di questi pesci nelle acque al largo delle coste dell’Alaska”.
In natura, i salmoni reali possono vivere fino a 9 anni. Gli esemplari adulti misurano 150 centimetri e di frequente raggiungono i 60 chili di peso.
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