Un accorato appello firmato da 110 scienziati, tra cui diversi premi Nobel, affinché Greenpeace cessi la sua campagna contro gli Ogm.
Al centro della querelle c’è la battaglia dell’associazione ambientalista contro l’utilizzo di sementi geneticamente modificate che, secondo gli scienziati firmatari della lettera, sarebbero però l’unica soluzione per garantire alla popolazione mondiale, in costante crescita, la sicurezza alimentare.
“Entro il 2050 ci sarà bisogno di raddoppiare la produzione di cibo – si legge nella lettera -. Le organizzazioni che si oppongono alle nuove tecniche e alle innovazioni biotecnologiche hanno considerato in maniera sbagliata i rischi che si stanno correndo. Queste colture sono state considerate sicure quanto le normali e non è mai stato confermato alcun caso di danni alla salute causati dal consumo di Ogm”.
In particolare, si chiede che venga fermata la campagna – portata avanti da anni da Greenpeace – contro il cosiddetto golden rice, cereale modificato geneticamente per fornire un maggior apporto di vitamina A.
“Greenpeace si oppone al golden rice, cereale che ha il potenziale di ridurre o eliminare i problemi causati dalla carenza di vitamina A. Si stima che 250 milioni di persone, di cui il 40% bambini sotto i 5 anni di età, soffrano di tale carenza, che può portare alla cecità. Quante persone al mondo devono ancora morire prima che la campagna contro l’utilizzo di Ogm venga considerata crimine contro l’umanità?”.
La risposta di Greenpeace
La replica dell’associazione ambientalista non si è fatta attendere. “In molte zone delle Filippine gli agricoltori stanno adattando le pratiche agricole per far fronte ai cambiamenti climatici, producendo cibo in periodi alterni di siccità e tifoni attraverso forme resilienti di agricoltura ecologica – ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia -. E questo nonostante le promesse di alcuni scienziati che da anni continuano a prospettare loro la possibilità di sicurezza alimentare, grazie a una varietà di riso Ogm che non è stato ancora sviluppato al di fuori di un ambiente di ricerca altamente controllato. Stiamo parlando del golden rice, tutt’altro che oro come il nome invece cerca di suggerire. Un prodotto che ha fallito come soluzione alla carenza di vitamina A, dato che non è ancora disponibile a livello commerciale dopo oltre venti anni di ricerca. Non solo: persino l’ente di ricerca che lo sta sviluppando, l’International Rice Research Institute (IRRI), ha ammesso che non vi è alcuna prova che sarà in grado di affrontare la carenza di vitamina A. Così, quando veniamo accusati da un gruppo di scienziati di bloccare lo sviluppo di questo riso geneticamente modificato rispondiamo con la realtà dei fatti: il golden rice non esiste. È solo un fallimentare e costoso esperimento. Invece, ciò di cui hanno bisogno le Filippine, e milioni di agricoltori in tutto il mondo, sono sostegno e soluzioni reali da mettere in campo”.
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