L’8 giugno è la Giornata Mondiale degli Oceani: per sensibilizzare l’opinione pubblica su cosa significhi davvero l’inquinamento causato dalla plastica in mare, l’azienda tessile Carvico, le ONG Healty Seas e Ghost Fishing, con il supporto di Cousteau Divers, hanno scelto di celebrare questo giorno con un evento trasmesso in diretta streaming dai fondali dell’isola greca di Santorini.
È un forte appello mediatico a chi vuole fare qualcosa di concreto per migliorare la situazione. Sono, infatti, 640mila le tonnellate di reti da pesca sintetiche abbandonate negli oceani, equivalenti a quasi 12 milioni di tonnellate di plastica gettate in mare ogni anno. Di questo passo è facile immaginare che, molto presto, i nostri mari conterranno più spazzatura che pesci.
Perché è protagonista un’azienda tessile?
Carvico SpA, azienda tessile italiana specializzata nella produzione di tessuti tecnici per l’abbigliamento beachwear, sportswear e outerwear, è stata tre le prime aziende nel mondo ad aderire al protocollo di Kyoto nel 2005. Questo impegno passa anche attraverso la scelta di materie prime riciclate. L’azienda bergamasca è, infatti, un punto di riferimento per il settore nella produzione di tessuti che utilizzano materie prime derivanti dalle reti da pesca e da materiali di scarto pre e post consumers di origine poliammidica, oltre che materie prime di base poliestere riciclato dalle bottiglie di plastica (PET).
Tonnellate di rete da pesca abbandonate nei fondali
Healty Seas – a Journey from waste to wear – è una ONG che si occupa di recuperare sui fondali degli oceani le reti da pesca abbandonate (un tempo fatte di materiale riciclabile, canapa e cotone, ma oggi prodotte in materiali sintetici come nylon, polipropilene e poliestere), vere trappole mortali per flora e fauna marina, per farle entrare in un circolo virtuoso di recupero e rigenerazione dei rifiuti e dar vita a nuovi prodotti tessili riciclati.
In memoria dell’esploratore degli abissi
Il team di Cousteau Divers, guidato da Pierre-Yves Cousteau (figlio di Jacques-Yves Cousteau, scomparso a giugno 21 anni fa) si occuperà di recuperare le reti abbandonate e di trasmettere immagini subacquee straordinarie, per raccontare al mondo intero cosa l’azione dell’uomo sta infliggendo alla flora e alla fauna marina e al bene più prezioso che abbiamo, l’acqua.
Cifre drammatiche
I frammenti di rete abbandonati costituiscono una “rete fantasma”, che cattura e fa morire circa il 5% della quantità di pesce commerciale mondiale; una sola gabbia di quelle usate per la cattura di granchi, aragoste e gamberetti, una volta abbandonata in mare uccide 1700 esemplari in un anno.
Recupero, riciclo e rigenerazione
Aquafil SpA ricicla le reti da pesca recuperate nei fondali per la rigenerazione del Nylon che, con un sofisticato processo industriale viene trasformato nel nuovo filo 100% riciclato Econyl®, a sua volta riciclabile infinite volte. Una fibra innovativa ed eco-sostenibile, usata da Carvico per la confezione dei tessuti della famiglia VITA fabrics, impiegati per la confezione di nuovi costumi da bagno.
Una filiera virtuosa, best practice nel mondo della moda e dell’abbigliamento.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com