Come sappiamo, l’acqua ha notevoli proprietà termiche e molto interessanti sono le reazioni che derivano dal contatto di acqua esterna, troppo calda o troppo fredda, con un corpo fatto d’acqua tiepida come quello umano (la cui temperatura corporea è attorno ai 37°-36° C).
Infatti, il nostro corpo, una volta uscito dall’utero materno, non è più “progettato” per rimanere immerso in un liquido.
In particolare il contatto con l’acqua fredda provoca effetti mortali entro un range di temperature molto limitato, dal momento che l’acqua causa la riduzione della temperatura corporea 26 volte più veloce che non l’aria.
Entrare o cadere in acque molto fredde (5°-10°) provoca shock termici che rapidamente portano all’ipotermia, creando in pochi minuti difficoltà anche a nuotatori esperti, dal momento che uno dei primi effetti di questa pericolosa condizione è la mancanza di risposta della muscolatura volontaria. Ecco dunque cosa succede quando il corpo umano si raffredda:
37°-36° C: Temperatura corporea normale.
35°-34° C: Brividi.
34°-33° C: Confusione mentale.
33-32° C: Cessazione dei brividi, crampi e rigidità muscolare.
31° C: Sonnolenza e semi-incoscienza.
30° C: Incoscienza, pupille dilatate, perdita dei riflessi.
28° C: Polso assente, morte apparente.
26° C: Morte.
Quindi quella che all’esterno è la temperatura di una bella giornata di primavera, per il corpo umano (e la sua acqua interna) corrisponde al freddo calore della morte.
Per saperne di più, qui è possibile acquistare “La natura profonda dell’ acqua”, il nuovo libro di Armando Gariboldi
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com