Cellule umane iniettate nel cervello dei topi dimostrano che è possibile incrementare il livello cognitivo dei roditori. Gli scienziati dell’Università di Rochester, a New York, hanno utilizzato le cosiddette cellule della glia, fondamentali, a fianco dei neuroni, per il funzionamento del tessuto cerebrale. Sono più ampie quelle umane, e questo spiega la maggiore efficienza “intellettiva” dei topi trattati.
Si tratta a tutti gli effetti di un vero e proprio cervello ibrido, circostanza che ha suscitato un vespaio di polemiche, perlopiù di natura etica. Sollecitato in tal senso dall’opinione pubblica, Steven Goldman, a capo dello studio, ha comunque rivelato che non intende approfondire i suoi test, relativi, per esempio, all’innesto di cellule cerebrali umane nei tessuti di altri primati.
Da qui si intende semplicemente partire per poter studiare meglio patologie psichiatriche come la schizofrenia.
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