Inseguendo l’utopia di una vita terrena eterna, la scienza si sta spingendo oltre i limiti dell’etica nel tentare di forzare le leggi della Natura e le conseguenze sono imprevedibili.
Usare gli animali per fabbricare “pezzi di ricambio” per l’uomo: questo lo scopo, eticamente inaccettabile, di un esperimento appena completato da un gruppo di ricercatori nell’ambito di un progetto congiunto tra Stati Uniti e Cina, pubblicato sulla rivista scientifica Cell.
I ricercatori hanno creato degli embrioni ibridi di uomo-scimmia. Prendendo embrioni di macaco dalla coda lunga, il team guidato da Izpisua Belmonte vi ha iniettato 25 cellule staminali umane, creando embrioni ibridi, chiamati anche “chimere”.
In questo studio sono stati usati più di 130 embrioni. Dieci giorni dopo l’iniezione di cellule staminali umane, 103 embrioni sono rimasti vitali. Dopo 19 giorni, il numero di embrioni vivi è sceso drasticamente a soli tre.
«Capire quali percorsi sono coinvolti nella comunicazione delle cellule chimeriche ci permetterà eventualmente di migliorare questa comunicazione e aumentare l’efficienza del chimerismo in una specie ospite che è più distante evolutivamente dall’uomo» ha spiegato Izpisua Belmonte, professore presso il Laboratorio di Espressione Genica al Salk Institute for Biological Sciences.
Perché creare embrioni in parte umani e in parte animali?
Secondo molti esperti di bioetica, questi ricercatori potrebbero aver fatto un passo troppo lungo: perché creare ibridi uomo-scimmia funzionali? I ricercatori mirano a sviluppare organi trapiantabili per gli esseri umani. Come ha detto Izpisua Belmonte: «Il trapianto di organi è uno dei maggiori problemi della medicina. La domanda è molto più alta dell’offerta».
Una questione eticamente rilevante la pone la dottoressa Anna Smajdor, della Scuola di Medicina dell’Università di East Anglia Norwich: «Questi embrioni sono umani o no?».
Julian Koplin, un ricercatore del Biomedical Ethics Research Group, si chiede: «Una chimera uomo-maiale non è né completamente un maiale, né completamente umano. Come dovremmo trattare questa creatura?».
L’esperimento dell’embrione chimerico ha già fatto irruzione in alcune aree grigie dell’etica. In molti Paesi la legge limita la ricerca ai primi 14 giorni di sviluppo dell’embrione (in Italia è vietata la produzione di embrioni umani a fini di ricerca o di sperimentazione). Questi embrioni chimerici sono stati coltivati fino a 19 giorni post-fertilizzazione. Lo studio non si è fermato, dato che solo una piccola parte delle cellule erano umane. Ma quante cellule umane sono considerate il massimo affinché un embrione chimerico non sia trattato come un embrione umano?
Senza limiti
Una considerazione a parte merita anche il fatto che i macachi a coda lunga (Macaca leonina) utilizzati per l’esperimento sono considerati dalla IUCN ad alto rischio di estinzione nel medio periodo.
Si scopre pure che gli embrioni in questione non sono le prime chimere create dagli scienziati: sempre Izpisua Belmonte e il Salk Institute hanno già creato chimere uomo-maiale nel 2017. Scienziati portoghesi, invece, sempre nel 2017 hanno creato un virus chimera (un virus di topo con un gene virale umano). Notizie non certo rassicuranti in tempo di Covid!
Non si tratta di essere diffidenti verso la scienza, ma se non vi turba l’idea di coltivare un pancreas in una scimmia, da uccidere per trapiantarlo, si pensi a una scimmia con la pelle umana da scuoiare o occhi umani da prelevare. Ci si ferma e si cambierebbe canale, come di fronte a un film horror che non piace; ma alcuni scienziati vanno avanti come se non avessero mai letto il romanzo di Mary Shelley Frankenstein.
E dove non arrivano gli scienziati, ci pensa l’alta finanza. Elon Musk, il magnate della Tesla, sostiene che una delle sue aziende ha impiantato un dispositivo per controllare il cervello di una scimmia e farla giocare sul computer a mind pong.
Dopo Virus letale e Il pianeta delle scimmie, di quale altro film di fantascienza stiamo scrivendo la trama?
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