Abbiamo chiuso l’ultimo appuntamento del 2012 con una raccomandazione: non dimentichiamoci la raccolta differenziata. E proprio da lì ripartiamo. C’è un dato che dovremmo tenere presente ogni volta che stiamo per gettare qualcosa nel nostro sacco della spazzatura: oltre il 70% degli scarti è riciclabile. Possono, cioè, essere raccolti separatamente presso le nostre abitazioni e, dopo opportuni trattamenti, riutilizzati. Il vetro, ad esempio, grazie alla sua natura può essere riciclato infinite volte: bottiglie, barattoli e vasetti, una volta raccolti a parte, sono puliti, frantumati e inviati nelle vetrerie, dove vengono fusi per dar vita a un nuovo contenitore. Anche carta e cartone possono rivivere quasi all’infinito: per la produzione di scatoloni e cartone ormai viene usata per la maggior parte carta da macero. Un altro materiale totalmente riutilizzabile è l’alluminio. Ad oggi quasi la metà di quello circolante in Italia proviene dal riciclo. Da anni anche la plastica può essere rimessa in circolazione, sotto forma di nuovi flaconi, di abbigliamento in pile, di tubazioni o di elementi per l’arredo urbano. In alcune regioni italiane vengono separati e raccolti in appositi sacchetti biodegradabili anche gli scarti e gli avanzi di cucina, che nei centri di compostaggio sono trasformati in buon fertilizzante. Ricordiamoci, però, che la prima fase spetta sempre a noi cittadini che – con pochi, semplici e attenti gesti quotidiani – contribuiamo a garantire l’efficacia dei processi di riciclaggio. Differenziare fa bene all’ ambiente: il sistema Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) ha stimato che in 15 anni si sono evitate emissioni di CO2 per 74 milioni di tonnellate, la costruzione di 507 discariche e l’invio a smaltimento di 60,5 milioni di tonnellate di rifiuti. Sono in crescita anche i benefici economici della raccolta differenziata: sempre secondo Conai l’industria del riciclo in Italia è uno dei principali attori della green economy con un fatturato annuo di circa 10 miliardi di euro.
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