Dall’Antartide arrivano novità positive, tramite alcune osservazioni satellitari sono state identificate quattro nuove colonie di pinguini imperatore (Aptenodytes forsteri). La comunità scientifica può tirare un leggero sospiro di sollievo, visto che ultimamente alcune analisi avevano evidenziato la scomparsa di numerosi individui a causa della fusione dei ghiacci provocata dalle temperature anomale, sia nell’inverno sia nell’estate.
I ricercatori si sono avvalsi di immagini satellitari raccolte tra il 2018 e il 2022 da due strumenti orbitali, il satellite commerciale Maxar WorldView-2 e Sentinel-2, gestito dall’ESA. Osservando queste foto, si rilevano quattro aree erano di un evidente tono marrone grazie alle feci prodotte dai pinguini, il colore marrone del guano risalta infatti, chiaramente contro il bianco intenso del ghiaccio e della neve.
Non è la prima volta che viene utilizzata questa tecnica, che fra l’altro si è rivelata molto utile per il monitoraggio costante delle popolazioni di questi animali.
Lo scienziato Peter Fretwell, del British Antarctic Survey (BAS), nello studio “Four unreported emperor penguin colonies discovered by satellite” pubblicato sulla rivista scientifica Antarctic Science, ha raccontato il riconoscimento delle nuove colonie.
Quattro colonie in diverse aree
Il dottor Peter Fretwell spiega che le quattro nuove colonie non sono tutte nella stessa area del Continente.
La prima colonia, Lazarev Nord, è collocata sul versante settentrionale della piattaforma di ghiaccio Lazarev, sulla costa della Terra di Dronning Maud. Questa potrebbe derivare da una migrazione dalla precedente colonia Lazarev, determinata probabilmente dall’espansione della lingua di ghiaccio o dai mutamenti nelle condizioni del ghiaccio marino.
Il secondo sito è a Verleger Point, sulla costa di Marie Byrd Land, nell’Antartide occidentale. Questa colonia è visibile nelle immagini di archivio di Sentinel-2 dal 2018 al 2022, e si trova a est della stazione di ricerca russa Russkaya, oggi in disuso.
La terza colonia è a nord del versante orientale della piattaforma antartica occidentale. Anche questa è stata osservata nelle immagini d’archivio di Sentinel-2 dal 2018 al 2022.
Il quarto sito si trova sul versante settentrionale del Gipps Ice Rise, delimitante il margine meridionale della piattaforma di ghiaccio Larsen C. I pinguini in questa zona sono stati scoperti in seguito al distacco di un grande iceberg nel 2021, che ha modificato la struttura della piattaforma e ha obbligato la colonia a lasciare il sito.
Un futuro più roseo
Dunque, fra le colonie scoperte da poco e quelle già esistenti si stimano ben 66 colonie di pinguini imperatore in Antartide, che riempiono alcuni spazi vuoti intorno alla costa antartica dove fino a oggi, non si pensava fossero presenti. Il pinguino imperatore è la specie di pinguino più grande ma meno presente in Antartide, con una popolazione stimata di circa 600mila individui.
Vivono maggiormente lungo le zone costiere sulla banchisa, che resta fissa nella stessa posizione senza muoversi a causa delle correnti marine o dei venti.
Si riproducono e depongono le uova tra maggio e giugno, i piccoli nascono qualche mese dopo ma diventano autonomi solo dopo gennaio.
Il cambiamento delle condizioni del ghiaccio marino lungo la costa ha messo a dura prova questi animali, alcune colonie si sono spostate di 30-40 chilometri per trovare nuovi territori riproduttivi. Ma purtroppo, questa strategia non funziona se il problema si ripercuote su un’intera regione.
«La scoperta di nuove colonie di pinguino imperatore è certamente positiva, ma è anche vero che questi uccelli sono colpiti dalle mutevoli condizioni del ghiaccio marino. È quindi chiaro che dovranno sapersi adattare, per spostarsi in nuovi siti, qualcosa che con la continua diminuzione del ghiaccio marino, nel 2023 è stato toccato un nuovo minimo storico dopo i record del 2016, 2017 e 2022, sta già accadendo. E di cui ne stiamo vedendo le prove» ha concluso Fretwell.
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