Considerata fino ad oggi una depressione vulcano-tettonica, la Valle di Santa Maria di Pantasma, un avvallamento perfettamente circolare del Nicaragua centro settentrionale, è in realtà l’impronta di un impatto meteoritico anche piuttosto recente. Secondo un nuovo studio pubblicato da un team internazionale di ricercatori provenienti da Francia, Australia, Belgio, Canada, Stati Uniti e Messico e pubblicato recentemente su Meteoritics and Planetary Science, Pantasma non è una caldera, e dunque il risultato morfologico di un’imponente eruzione, quanto piuttosto il relitto di un cratere ormai fortemente eroso dagli agenti atmosferici e generato dall’impatto di un corpo celeste con il suolo avvenuto in pieno Pleistocene.
I risultati dello studio
I ricercatori hanno mappato e studiato nel dettaglio le caratteristiche geomorfologiche, geologiche e petrografiche del sito e delle rocce affioranti collezionando numerose osservazioni a sostegno della tesi da impatto. Flussi lavici deformati che immergono verso l’esterno della depressione, la presenza di brecce polimittiche specialmente al centro della struttura e contenenti fuso vetrificato, ma anche vetri da impatto come la folgorite (o lechatelirite, un mineraloide di silice amorfa che si genera solamente per la fusione di sabbia dovuta all’impatto di un corpo celeste oppure in prossimità del punto di caduta di un fulmine) e brecce da impatto contenenti clasti di rocce Paleozoiche che generalmente si trovano a centinaia di metri di profondità, sono queste le evidenze più importanti trovate dal team di ricerca. In aggiunta le brecce polimittiche presentano coesite, uno stato polimorfo del silicio che si forma soltanto ad altissime pressioni (2–3 GPa) e tracce di cromo isotopico extraterrestre (54Cr). Le analisi geocronologiche hanno rivelato un’età dell’impatto stimata in circa 815 ± 11ka (815mila con un errore di ± 11mila anni), dunque geologicamente piuttosto recente.
Altri crateri “pantasma”
Pantasma diviene così la terza struttura da impatto con diametro maggiore di 10 km risalente al Pleistocene ad essere rinvenuta sulla superficie terrestre: le altre due sono il lago di Bosumtwi (Ghana) e il cratere di Zhamanshin (Kazakhstan). È inoltre la prima struttura pleistocenica di questo tipo ad essere scoperta in America Centrale tra i 30ºN e gli 8ºS. Secondo le statistiche degli studiosi sono ancora decine i crateri da impatto meteoritico che restano da individuare nelle zone continentali di Europa, Nord America e Australia. Verrebbe quasi da dire: “una notizia pantastica”!
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