Questo, dopo quello introduttivo, è il mio primo post. Ho scelto come tema per iniziare il sesamo perché i due spunti che vi do oggi sono molto utili per fare pasti veloci. Possono, infatti, essere utilizzati, per esempio, come condimento di un riso integrale e con davvero poco tempo avremmo un pasto sano e buono da portare magari a lavoro. Sesamo dunque!
Questi piccoli semini sono un’incredibile fonte di calcio. Non solo, contenendo grassi monoinsaturi e polinsaturi sono un valido aiuto al sistema circolatorio. Contengono, inoltre, vitamine e minerali che fanno del sesamo un ottimo integratore naturale. Esiste di due tipi, con il seme chiaro e con il seme nero. Quello nero è più grasso ed è ritenuto più pregiato. È un po’ più difficile da trovare e costa di più. Come sapore i due tipi si equivalgono quindi diciamo che anche il sesamo chiaro va benissimo. Come consumarlo? Ovviamente libero nelle insalate, nello yogurt, nell’impasto del pane…ovunque vi suggerisca la fantasia. Oggi voglio proporlo in due preparazioni “base”: gomasio e tahin.
Le quantità esatte non sono necessarie.
Il gomasio
Di origine giapponese questo condimento si chiamerebbe per la verità gomashio. Ripreso dalla cucina macrobiotica è stato riproposto con il nome con cui noi lo conosciamo: gomasio. Comunque, non è altro che un mix di sale marino e semi di sesamo. Si prende del sale marino integrale (yes, anche il sale è meglio integrale), si mette in una padella antiaderente e si tosta per pochi minuti. In questo modo evapora il cloro (il cloruro di sodio è il componente principale del sale). La prima volta a mo’ di sfida (ero scettica sulla tostatura del sale) ho controllato annusando ed effettivamente ho sentito un vago odore di cloro. La tostatura del sale non è un passaggio fondamentale, non so di preciso neanche a che serva, ma dato che il mio mentore Berrino (se non sapete di chi sto parlando, fate una rapida ricerca su internet) lo fa, io mi fido!
Dopo pochi minuti leviamo il sale e passiamo ai semi di sesamo. Le quantità sono approssimative: per ogni cucchiaio di sesamo io metto mezzo cucchiaino di sale. Con i semi di sesamo dobbiamo fare la stessa cosa ma nel tostarli raccomando attenzione. Non li dobbiamo bruciare. Oltre a far male, troppo tostati diventano amari. Quindi: mettiamo la quantità desiderata di semi nella padella, tostiamoli e per capire quando è il momento di toglierli dal fuoco, giriamoli con un cucchiaio di metallo. Quando non si attaccano più alla superficie sono pronti. Facciamoli raffreddare in un piatto o comunque in qualsiasi posto che non sia la padella rovente – come ha fatto la polla qui scrivente – altrimenti continuano a cuocere. Ora, se siamo fighi useremo il suribachi e il surikogi, se, invece, crediamo che queste siano mosse di karate, procediamo con un mortaio nostrano. Per la cronaca comunque, niente di trascendentale: il suribachi è un mortaio giapponese zigrinato all’interno e il surikogi è il suo pestello in legno. Bellissimi oggetti tra l’altro. Insomma (quanto mi dilungo!)…pestiamo insieme sale e sesamo frantumandoli. A nostro gusto la finezza. A me piace un po’ grossolano. Trucchetto sacrilego da non dire a nessun giapponese che altrimenti ci sputerebbe in un occhio. Avete presente il macinacaffè? Meno poetico ma rapidissimo.
Il tahin o tahina
Questa crema di sesamo e usatissima in tutto il Medioriente e nel nord Africa. Come la faccio io: ricordate il macinacaffè di cui sopra? Bene macino i semi di sesamo finché grazie all’olio che contengono non diventano della consistenza del burro. Metto questa massa nel frullatore e aggiungo olio. Per quanto riguarda l’olio si può usare l’olio di oliva, che ne altera però un po’ il sapore, l’olio di sesamo stesso o l’olio di semi di lino. Io di solito uso l’olio di sesamo.
Dicevamo: sesamo frantumato, olio, frullatore e via. Basta poco che il tutto si amalgama in una bella crema spalmabile.
Si può spalmare sulla tradizionale pitta o aggiungere nei dolci, nella farcitura dello strudel per esempio. Si può anche allungare con succo di limone e insaporire con cumino e sale. È ottima anche semplicemente sul pane, magari a colazione…
Anche qui, le quantità sono a proprio gusto. Si conserva in frigo, quindi prendete un barattolino che vi aggrada e regolatevi a occhio.
Prima di chiudere un’ultima cosa. All’inizio accennavo a un riso integrale al volo da portarsi a lavoro. Bene, con uno di questi due condimenti, dei capperi, dei pomodorini secchi tagliuzzati e dell’origano avrete un pasto super buono e rapido. Non avete scuse! E non provate a contestare il riso integrale che ci mette tanto a cuocere. Con la pentola a pressione ci vuole la metà del tempo. E no, non esplode, no, non è pericolosa, no, non è adatta solo a risotti, basta regolarsi con l’acqua…ma questo è un altro post.
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