Ogni anno, nel mondo vengono uccisi circa 100 milioni di squali. Una cifra che si attesta intorno al 7% della popolazione complessiva. Si tratta di un dato allarmante, dal momento che qualunque percentuale superi il 4,9% rappresenta una seria minaccia alla conservazione della specie.
In Europa, se possibile, la situazione è ancora peggiore. Il 7,5% delle specie marine è a rischio e il rapporto pubblicato dalla IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e dalla Commissione Europea rivela che il 40% di squali, razze e chimere è a rischio estinzione. La Lista Rossa pubblicata dalla Commissione Europea ha stimato che il Mar Mediterraneo, dove vivono più di 80 specie tra squali e razze, la costa ovest della Penisola Iberica e le Isole Macaronesian hanno il più alto numero di specie minacciate.
In uno scenario a tinte tanto scure, un ruolo importante lo giocano le associazioni per la salvaguardia delle specie marine.
Sharklife, organizzazione a tutela degli squali, ha deciso di coinvolgere il mondo della pesca sportiva per tutelare i grandi predatori dei mari, spesso vittime di catture accidentali. E’ stato deciso di modificare il regolamento delle competizioni di pesca sportiva vietando il prelievo di tutte le specie di squali, razze e trigoni, e promuovendo tra gli associati l’attività di Tag and Release, che consiste nel “marcare” e successivamente rilasciare la preda dopo la cattura.
A partire dal 2012, sono state effettuate 557 gare a cui hanno partecipato 25mila pescatori sportivi ai quali, prima di ogni competizione, è stato illustrato il progetto SharkLife e il nuovo regolamento di pesca. Durante il progetto sono stati marcati in totale 57 animali: 45 palombi, 10 verdesche, e 2 trigoni viola. Ma il numero di squali pescati e rilasciati ha superato i 100, dal momento che i pescatori, anche fuori dalle competizioni ufficiali, hanno completamente condiviso gli obiettivi del progetto e liberato di conseguenza tutti gli squali catturati. L’altro grande obiettivo di SharkLife è stato quello di sviluppare un sistema innovativo per la riduzione delle catture accidentali dello squalo elefante e di altre grandi specie marine protette.
Per risolvere il grave problema di questo genere di catture, nell’ambito di SharkLife, l’unità di ricerca dell’Università della Calabria (DIMES), ha progettato e messo a punto uno speciale dispositivo in grado di lanciare un segnale d’allerta quando gli squali elefanti, o altre specie marine di grandi dimensioni, finiscono accidentalmente nelle reti da posta.
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