Se avete deciso di passare le vostre ferie d’agosto sulle assolate e lunghissime spiagge della Sicilia meridionale – in particolare tra Gela e Licata – fate molta attenzione a dove mettete l’ombrellone! Sotto la sabbia, in cunicoli e rifugi scavati lentamente, trascorre le ore diurne uno dei veri e propri ‘tesori faunistici’ della Sicilia: il boa delle sabbie (Eyrx jaculus). Protetto dal CITES, dalla Comunità Europea e dalla Convenzione di Berna, questo serpente è l’unica specie del genere Eryx ancora vivente in Italia e si può trovare solo qui, in un fazzoletto di terra di 40 kmq di estensione. Tuttavia il boa delle sabbie non fa parte della fauna paleontologica dell’isola italiana, essendo una specie tipica del nord Africa e dell’Europa dell’est: dunque com’è arrivato in Sicilia?
Serpenti come arma per le battaglie
«Possiamo escludere che i serpenti siano arrivati attraverso l’emersione di corridoi terrestri durante le più recenti epoche geologiche, perché non sono stati rinvenuti resti fossili nelle rocce siciliane del Quaternario – spiega Gianni Insacco, paleontologo del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso ed autore di un interessante studio sul boa pubblicato su Acta Herpetologica nel gennaio 2017 -. Da subito invece ci siamo interessati alla possibile introduzione umana. Introduzioni antiche di animali per ragioni religiose o per rituali di guerra sono state dimostrate in altri casi; considerato che, nei pressi dell’areale di ritrovamento del boa delle sabbie, siano avvenute alcune delle più cruente battaglie tra Greci e Cartaginesi, abbiamo ragione di credere che i serpenti siano arrivati per mano di una delle due popolazioni, forse tra il 400 ed il 500 a.C.». Raccolti in nord Africa o est Europa, stipati dentro giare e vasi, e lanciati contro i nemici per creare il panico distraendo l’avversario, i boa sopravvissuti all’impatto avrebbero dunque trovato un habitat ideale dove vivere e riprodursi fino ai giorni nostri. I ricercatori adesso stanno conducendo delle analisi genetiche per definire con certezza la provenienza della popolazione siciliana e quanto questa, nel corso dei millenni si sia più o meno diversificata.
Ripreso per la prima volta
A gennaio di quest’anno un esemplare di boa delle sabbie è stato ripreso per la prima volta nel suo ambiente naturale dallo studioso Matteo Di Nicola. Il video, girato al crepuscolo nei pressi del Fiume Salso, mostra i lenti movimenti del serpente ed il suo carattere fortemente elusivo: nella seconda parte del filmato, il boa si fa strada sotto la sabbia, immergendosi per trovare un rifugio lontano dalla luce e dal calore del sole siciliano fino al tramonto successivo. Occhio dunque a dove piantate l’ombrellone!
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