L’orso polare, il maestoso re dei ghiacci, è la specie più minacciata dal climate change.
Il grido d’allarme è stato lanciato dal nuovo rapporto dell’IPCC; il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico.
Secondo lo studio, infatti, lo scioglimento dei ghiacci nella regione artica sta avvenendo molto più velocemente di quanto ipotizzato da parte della comunità scientifica internazionale.
Estensione più bassa mai registrata
Il documento mostra come l’estensione dei ghiacci sia ora di appena 1,6 milioni di miglia quadrate, il dato più basso mai registrato.
Per questo, gli orsi sono costretti a spostarsi sulla terraferma dove, però, faticano a trovare cibo a sufficienza per sopravvivere.
Le popolazioni di orsi polari gravemente colpite sono quelle che vivono e cacciano sul versante nord dell’Alaska, oltre a quelle che vivono sul ghiaccio lastroni nel mare di Bering.
Popolazione in calo
La popolazione di orsi polari maggiormente colpita è quella che vive nella zona del Mare di Beaufort, la porzione del Mar Glaciale Artico che si estende a nord delle coste dell’Alaska e del Canada.
Qui il numero di orsi polari è calato del 40% rispetto al decennio precedente.
Quanti ne restano
L’IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della Natura, ha inserito l’orso polare nella lista rossa delle specie minacciate e considera l’abitante dei ghiacci come vulnerabile.
Fornire un numero accurato della popolazione è difficile ma gli ultimi dati del WWF stimano che – in natura – rimangano circa 22-31mila individui di questa specie.
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