La delegazione del WWF, guidata per l’occasione dal presidente onorario Fulco Pratesi, ha consegnato al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti le oltre 190mila firme raccolte nel corso della campagna #soslupo.
L’incontro col rappresentante del dicastero è stata l’occasione per ribadire il “no” del WWF alla possibilità di prevedere, nel Piano per la gestione del lupo, ipotesi di abbattimenti che rappresenterebbero un ritorno al passato e violerebbero un principio di tutela scaturito da una straordinaria azione di conservazione iniziata negli anni Settanta.
Secondo il WWF, infatti, le deroghe sarebbero ininfluenti (dato che le percentuali di abbattimento previste sarebbero inferiori al tasso di riproduzione dei branchi) e risponderebbero solo a un’esigenza sociale figlia di campagne di disinformazione.
Inoltre, il confronto ha offerto l’occasione per far notare come alcuni alcuni passaggi del provvedimento, che potrebbero essere male interpretati e mal gestiti dalla Regioni, siano da rivedere. Nello specifico, il WWF ha chiesto al ministro che l’esclusione di applicabilità delle deroghe riguardi esplicitamente e in maniera inequivocabile non solo i Parchi Nazionali, ma anche quelli Regionali e tutto il sistema delle aree protette del nostro Paese.
Dal canto proprio, il ministro ha ribadito l’intenzione di applicare le deroghe ma si è reso disponibile a intervenire per rendere più chiari alcuni passaggi del provvedimento ritenuti fonte di fraintendimenti in sede di applicazione.
«Noi del WWF vogliamo che l’Italia rimanga un paese per lupi – ha spiegato Pratesi –. Che il lupo sia cattivo è favola alla quale non credono più nemmeno i bambini. Insieme dobbiamo costruirgli un futuro diverso nel quale poter trasmettere l’emozione di vederlo correre nei prati anche alle generazioni che verranno».
Quando la vittima è il lupo
Con fatica l’Italia è riuscita a salvaguardare in questi ultimi quarant’anni anni la presenza di un animale fondamentale per gli equilibri degli ecosistemi che in passato aveva rischiato l’estinzione. Nonostante ciò, ogni anno sono circa 300 i lupi che muoiono a causa del bracconaggio con fucili, bocconi avvelenati o lacci di filo metallico. Se si considerano anche gli investimenti stradali, la mortalità diretta o indiretta per mano dell’uomo riguarda il 15 – 20% della popolazione del lupo, comprendendo sia quella appenninica sia quella alpina.
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