Qual è l’impronta ecologica dei prodotti di carta che utilizziamo quotidianamente? Per cercare di tracciare il quadro della sostenibilità di questo settore il WWF ha redatto la quinta edizione dell’Environmental Paper Company Index, il report che mette al setaccio le politiche ambientali di alcuni tra i maggiori nomi del settore con l’obiettivo di promuovere la trasparenza e il continuo miglioramento nei settori di polpa di cellulosa, carta e imballaggi.
Nell’edizione 2017 particolare rilievo è stato posto al Sud America: oltre il 50% del volume di polpa di cellulosa e carta prodotto in quest’area rientra, infatti, nell’analisi del WWF. Grande soddisfazione è stata espressa da Trevor Walter, coordinatore della Pulp and Paper Southern Alliance del WWF per la partecipazione quest’anno di tante aziende sudamericane che non avevano mai aderito. «L’augurio – ha detto – è che questo favorisca ancor di più la trasparenza nel settore». Un aspetto importante vista la dimensione e l’impronta che il settore ha in quella regione. Il 33% della polpa di cellulosa commercializzata nel mondo proviene, infatti, dal Sud America; Cina e Unione Europea ne sono i principali importatori e domanda e produzione sono in costante crescita.
Analizzati 50 indicatori di sostenibilità
L’Environmental Paper Company Index 2017 (EPCI) si basa sulla comunicazione da parte delle aziende di 50 indicatori che consentono di valutarne l’impronta ecologica. Tra questi ci sono l’approvvigionamento responsabile delle materie prime, l’impatto della produzione e sistemi di gestione ambientale/reporting.
All’edizione 2017 del Report hanno preso parte 37 compagnie provenienti da Europa, Sud America, Africa, Asia e Nord America; di queste, il 26% rappresenta il settore tissue (vale a dire quello relativo alla carta per usi igienico-sanitari), il 23% quello della carta per uso grafico, il 17% quello della carta per giornale, il 9% quello degli imballaggi e il 15% quello della produzione di polpa di cellulosa.
«La volontà di molte aziende di partecipare ogni due anni all’Environmental Paper Company Index del WWF è un importante segnale del valore attribuito globalmente alla trasparenza – ha detto Alistair Monument, Leader della Practice Forest dell’associazione ambientalista –. L’EPCI è accolto positivamente proprio in quanto strumento volontario per promuovere questo impegno alla sostenibilità».
Anche due compagnie italiane nel report
Nel report figurano anche i nomi di due aziende italiane; uno di questi è il gruppo tissue Sofidel, del quale fa parte anche il marchio Regina e che nella categoria ha raggiunto il 76,6% del punteggio totale.
Nella lista compare anche il marchio Fedrigoni che nella categoria graphic paper ha totalizzato il 56% di punteggio totale.
L’impronta della carta
La carta è una risorsa rinnovabile, riciclabile e – se gestita e prodotta responsabilmente – ha un’impronta potenzialmente inferiore rispetto ai materiali sostitutivi.
«Tuttavia, la dimensione e gli impatti del settore sono in crescita – ha aggiunto Cecilia Alcoreza, manager WWF per Sustainable Paper and Packaging –. Per questo motivo è cruciale che le aziende dimostrino la loro leadership in termini di trasparenza e un continuo impegno al miglioramento, riducendo l’impronta forestale, idrica e climatica del settore».
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