Le creature marine, a differenza dei loro “cugini” terrestri, sono in grado di generare elettricità per sopravvivere, sfruttando la conducibilità dell’acqua.
I pesci elettrofori, comunemente detti pesci elettrici, hanno sviluppato organi capaci di produrre scariche ad alta tensione. Il più conosciuto è la torpedine, un pesce cartilagineo che appartiene alla stessa famiglia di squali e razze.
Le torpedini hanno forma appiattita e sono dotate di due organi elettrici situati ai lati della testa, che possono produrre scariche fino a 220 volts ed arrivare ad 1 ampere. L’organo elettrico, detto EOD (electric discharge organ), scarica dell’organo elettrico, può essere paragonato ad una vera e propria batteria in miniatura.
È composto da migliaia di elettroliti, cellule discoidali collegate tra loro in serie, che in fase di attacco trasmettono una scossa elettrica.
Gli organi elettrici si esauriscono rapidamente e hanno bisogno di un periodo di riposo per potersi ricaricare.
Pesci notturni e solitari, le torpedini trascorrono le ore diurne adagiate sul fondo, parzialmente ricoperte da un sottile velo di sabbia o fango, mentre di notte scandagliano il fondale alla ricerca delle loro prede, piccoli pesci bentonici, crostacei e molluschi, che tramortiscono e divorano.
L’elettricità viene utilizzata anche per difesa dai predatori e per scandagliare l’ambiente circostante.
La scarica elettrica non è mortale per gli esseri umani, ma può provocare forte dolore.
Le torpedini hanno destato la curiosità dell’uomo fin dai tempi antichi, i Greci le usavano per applicare scosse elettriche controllate a coloro che soffrivano di mal di testa, e vengono menzionate in uno dei Dialoghi di Platone, il Menone, in cui Meno paragona metaforicamente Platone e la sua potente dialettica ad una torpedine che stordisce le sue prede.
«E a me sembri essere, se è permesso schernirti un po’, perfettamente identico, nell’aspetto e nelle altre caratteristiche, alla piatta torpedine marina; e infatti quella fa addormentare ogni volta che qualcuno si avvicini e la tocchi, e mi sembra che ora tu faccia qualcosa di simile a me».
La protagonista del video, che ho incontrato pochi giorni fa nelle acque dell’Area Marina Protetta di Tavolara, è una torpedine marezzata (Torpedo marmorata).
Le sono grata, per l’intensa emozione che mi ha regalato nuotandomi accanto, e per la birretta che mi ha “offerto” .. Ho vinto una scommessa su di essa, i miei compagni di immersione, avendola osservata già nascosta sotto la Posidonia, pensavano fosse una Pastinaca.
La piccola protuberanza bianca visibile accanto agli occhi è un probabile parassita, che si nutre del suo sangue. Mi chiedo cosa gli sia accaduto quando il suo ospite ha folgorato una nuova preda.
Lo IUCN, (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) non considera la Torpedine Marmorata una specie a rischio, ma dichiara che “misure di conservazione precauzionali dovrebbero includere un migliore e maggiore controllo delle attività di pesca illegali.”
Classe: Condroitti (Pesci cartilaginei)
Ordine: Torpediniformes
Famiglia: Torpedinidae
Specie: Torpedo marmorata
Distribuzione: lungo tutte le coste italiane
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