In autunno le trappole dei ragni diventano affascinanti tessiture d’argento.
Merito della rugiada del mattino e del sole più tenue, che tarda a far evaporare l’acqua. Una foto come questa, fatta in una tiepida mattina di ottobre tra le gravine di Matera, nel Parco della Murgia Materana, non richiede accorgimenti tecnici particolari.
La parte difficile, se vogliamo, è trovare una tela di ragno, impreziosita dalle minuscole gocce d’acqua.
A questo punto il più è fatto: basta mettere la camera su cavalletto all’altezza del soggetto con un’ottica macro non troppo corta (il 100/105 è spesso il più versatile), perfettamente perpendicolare al piano della tela e scattare in assenza di vento, magari con il comando a filo.
Il diaframma dovrà essere in funzione dell’ingrandimento: un’inquadratura stretta potrà richiedere anche un f16, mentre per un campo più lungo basterà un f5,6.
L’obiettivo è avere lo sfondo piacevolmente sfuocato e la ragnatela ingioiellata tutta a fuoco e “staccata” dal resto. Per simulare il sole, nel caso mancasse, si può usare anche un flash dislocato. In questo caso l’illuminatore va puntato verso l’obiettivo, inclinato di almeno 45 gradi dietro la ragnatela, stando attenti a schermare la lente con il paraluce.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com