Dopo dieci anni di prigionia a Trento nella struttura del Casteller, l’orsa DJ3 è stata trasferita di notte, nel silenzio più totale quasi si trattasse di un’azione clandestina, in Germania.
Ecco le reazioni delle principali associazioni animaliste.
ENPA
L’Ente Nazionale Protezione Animali Onlus (ENPA) chiede di visionare i documenti del trasferimento: « È uno scandalo la decisione presa sulla pelle dell’orsa perseguitata, non colpevole, mai pericolosa per nessuno, reclusa per dieci anni e ora buttata fuori dal territorio italiano, forse per liberare una cella. Sono state valutate tutte le conseguenze? DJ3 da dieci anni è abituata alla solitudine. Ci domandiamo se i veterinari che hanno visitato Dj3 hanno valutato le conseguenze che questo traumatico trasferimento dopo dieci anni di detenzione in solitudine potrebbero avere su DJ3».
L’ENPA non è stata mai pregiudizialmente contraria al trasferimento degli orsi, in particolare in presenza di condizioni di detenzione inaccettabili come quelle della struttura del Casteller, verificate e dimostrate dal lavoro del Cites di pochi mesi fa.
In questo caso, però, c’era da valutare e verificare la generosa offerta di Brigitte Bardot di ospitare gli orsi nel suo centro naturalistico in Bulgaria, a condizione che venisse adottato un percorso aperto, trasparente e condiviso per il trasferimento.
OIPA
Analoga la posizione espressa dall’Oipa: «È “un’imboscata” della Provincia di Trento. Pretendiamo trasparenza e assicurazioni che il suo posto non sarà occupati da altri orsi». L’Oipa chiede alla Provincia autonoma di Trento che il posto lasciato stamani libero dall’orsa DJ3 non sia occupato da altri orsi e che l’Amministrazione garantisca trasparenza sulle prossime condizioni di reclusione e di salute dell’orsa.
Oipa International ha scritto una lettera ai gestori del Parco alternativo per orsi e lupi di Worbis, in Germania, dove è stata trasferita DJ3 per conoscere il destino di DJ3 e delle sue condizioni all’arrivo.
«La Provincia autonoma di Trento ha agito in silenzio, senza il minimo confronto con le associazioni e le forze politiche contrarie a questa gestione dei plantigradi condotta a colpi di ordinanze di cattura e persino di abbattimento. Ricordiamo che il Progetto Life Ursus, voluto per ripopolare il Trentino di orsi, è un progetto europeo, finanziato con denaro pubblico, nato per la tutela degli animali e non per perseguitarli. I metodi per una serena convivenza tra grandi mammiferi e popolazione ci sono, ma la Provincia di Trento li ignora» commenta Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa.
LAV
Netta la posizione della Lega Antivivisezione (LAV): «L’orsa DJ3, catturata nel 2011 per avere frequentato alcune aree urbanizzate, è stata trasferita nel nuovo carcere in Germania, dove sarà costretta a scontare la sua condanna all’ergastolo, emessa dalla Provincia di Trento, pur non avendo mai causato alcun problema alle persone. Lo spostamento di DJ3 non diventi ora un pretesto per rinchiudere altri orsi al Casteller!».
Nata nel 2004, negli anni seguenti DJ3 si era avvicinata diverse volte agli insediamenti umani per un periodo di 3 anni, venendo dunque considerata un esemplare problematico. Nel 2011 era stata catturata in val d’Algone.
La LAV chiede alla Provincia di Trento di avviare subito un programma di azioni per garantire la convivenza pacifica fra orsi e cittadini, come quelle riportate al Convegno organizzato dall’associazione durante il quale esperti canadesi e statunitensi hanno discusso delle attività che nei loro Paesi prevengono da decenni incidenti fra orsi e uomini.
VERDI
Infine la la consigliera provinciale dei Verdi, Lucia Coppola, stigmatizza «la gestione sempre reticente e poco trasparente degli orsi in Trentino, detenuti e non».
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